Riportiamo di seguito un testo redatto da Antonio Rossello in occasione della mostra bipersonale di Demj Canepa e Caterina Galleano, vedere seguente locandina:
Scenari artistici in movimento di Demj Canepa e Caterina Galleano.
Una madre e di una figlia che dipingono insieme
di Antonio Rossello
Scenari artistici in movimento. Questa è una mostra bipersonale di prospettiva. Nella creatività, una figlia, Caterina Galleano, che insegue la madre, Demj Canepa, nella transizione reale – surreale, la prima, nell’esplorazione di nuove fasi astratte, la seconda.
Che sia la cifra di una ricerca spirituale, inesorabile nella cronologia della vita? Forse. Di sicuro è per entrambe il volgere nuovi sguardi ad un’interiorità in divenire. Attraverso solitudine e silenzio, mondi che si aprono, spazi di libertà ove sbarazzarsi del senso esclusivo di sé, del bisogno di riconoscimenti e del desiderio di possedere.
Due donne, due artiste. Niente è banale, esse ci toccano nel più profondo. E noi pensiamo a storie semplici, senza un chiaro significato, ma dalle quali non possiamo distogliere i sensi. C’è un ricordo d’infanzia? Un sogno i cui frammenti sono appena percettibili.
Un legame tra le opere di queste due donne, l’una che ha concepito l’altra, che risuona come un annuncio, la designazione di un destino ed è pure un gesto d’amore, la cui pienezza è così gentile che non lascia più posto all’inquietudine.
Non è semplice accomunare con le parole i momenti creativi attuali delle due artiste che espongono. Hanno superato sé stesse ed infranto limiti che talvolta insinuavano incertezze nella loro precedente produzione.
Qui osserviamo esiti per i quali occorre una rilettura che si fondi su nuove visuali, forse giova un passo indietro di quanti hanno parlato e scritto di Caterina e Demj, definiamoli così, anch’io tra costoro, la critica militante mi pare assai poco rappresentata in questa provincia. O sbaglio?
Mi limito pertanto a questa impressione cumulativa su una madre e una figlia, che dipingono insieme, unite ma separate al tempo stesso. E’ d’uopo, dunque, richiedere il conforto di occhi nuovi, di nuovi gusti estetici, onde evitare di seguire orme a ritroso, per riscontrare l’evidenza di cambi di registro cromatici e compositivi, di intonazioni plastiche dalla corposità più lieve o fragrante.
E pertanto mi sono rivolto ad un amico, il dott. Aldo Carpineti, che si appassiona d’arte e recensisce amabilmente gli artisti, che ha scritto per esse avendone accuratamente osservato le opere:
