“Mentre si affollavano di bambini le corsie dell’ospedale di Albenga, sulle acque cominciavano le ricerche della speranza. Piccoli corpi inanimati venivano tratti uno ad uno dalle placide acque e via via erano trasportati nell’ambulatorio della Croce Bianca. Prima delle 23, il ricupero era finito. Intanto, le mamme si addormentavano tristemente, dopo la preghiera per il loro bambino lontano”; con queste parole e un titolo struggente che è un pugno nello stomaco, “Sono arrivate le mamma dei 43 fratellini della morte”, Dino Buzzati annunciava sul Corriere d’informazione una delle più tristi pagine di storia della città di Albenga: il naufragio della motobarca Annamaria, in cui persero la vita 44 bambini e 3 educatrici”. Settantacinque anni dopo, Albenga non ha dimenticato e questo pomeriggio, presso il Monumento ai bambini, ha ricordato con una cerimonia di commemorazione la tragedia consumata nello specchio acqueo antistante Albenga; presenti il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis e il vescovo monsignor Borghetti, oltre a diversi membri della giunta e consiglieri di minoranza, autorità civili e militari, Bernardo Ardoino, presidente Croce Bianca Albenga, numerose associazioni combattentistiche e di volontariato. Tra i partecipanti, anche il presidente di Anpas Liguria, il presidente onorario e un commosso superstite del naufragio.
“Ricordiamo questi bambini con tristezza e mi sento di dire che la nostra associazione ha in cielo 48 angeli”, dichiara Dino Ardoino, presidente della Croce Bianca di Albenga, “e quando i nostri problemi si risolvono pensiamo a loro. E’fondamentale far conoscere questa storia ai giovani poichè il futuro si costruisce sulla memoria del passato; noi siamo a contatto con il dolore e siamo contenti del fatto che questa ricorrenza viene celebrata ogni anno. Avevo otto anni quando si è verificata questa tragedia e non l’ho mai dimenticata; gli eventi tragici tirano fuori il meglio dalle persone e la città si raccolse intorno ai bambini tanto che ognuno contribuì nel limite delle possibilità. Ricordo Francesco Maglione, all’epoca Presidente della Croce Bianca di Albenga, quando chiese alle famiglie del luogo abiti per vestire i piccoli corpi; ringrazio le autorità intervenute, i vertici dell’Anpas, i rappresentanti delle associazioni e delle forze dell’ordine senza dimenticare il Circolo Nautico che ricorda questa tragedia con le barche”.
Parole simili da parte di Lorenzo Risso, presidente regionale di Anpas :”Ho 77 anni e ho potuto vedere la commozione negli occhi di tutti; penso alle piccole vittime ma anche al fatto che questa tragedia ha fatto emergere la solidarietà umana. Nonostante siamo pochi tutti i volontari delle pubbliche assistenze si mettono in gioco quotidianamente anche ora”.
“Voglio leggere una lettera scritta dal fratello di due bambini morti in quella tragedia”, prosegue il presidente onorario di Anpas, “che ricorda così quel fatto : avevo 18 anni nel 1947 e sono venuto ad Albenga per riconoscere i corpi dei miei due fratelli ed evitare lo strazio ai miei genitori. Ho partecipato attivamente alla realizzazione del cippo commemorativo e sarei voluto essere presente a questa commemorazione ma la mia età avanzata mi impedisce di esserci fisicamente; porto quindi un saluto a nome della mia famiglia”.
“Basta ricordare quel giorno per fare emergere gli stessi sentimenti”, afferma il sindaco Riccardo Tomatis, “e l’importanza della vita è la chiave di lettura per sopportare tutto ciò. La Croce Bianca è stata fondata subito dopo questa tragedia che ha fatto scoprire la generosità e lo spirito collaborativo della nostra gente; inevitabilmente si pensa a cosa è successo in quel momento particolare. Quel pomeriggio i bambini dovevano andare al cinema a Loano ma una guardia li aveva fermati a causa di un’ordinanza del sindaco che vietava ai gruppi l’ingresso in città per contenere il rischio di epidemie; tutto ciò si potrebbe trovare nelle circostanze attuali”.
“Qui sono nato per la seconda volta e Albenga è la mia città; dal 1947 sono tornato qui ogni anno perchè mi sento a casa. Voglio ringraziare l’amministrazione comunale e la Croce Bianca per il ricordo della tragedia”, conclude Gianni Tarnoldi, uno dei superstiti del naufragio.
