Quando scrissi due anni orsono il mio libro dal titolo “Quale futuro attende il nostro sport”, avevo già ampiamente dichiarato il mio pessimismo per gli anni che verranno. Pessimismo motivato dalla mancanza di volontà politica nel cercare di migliorare e favorire le condizioni operative di coloro che si adoperano e si sbattono volontariamente e gratuitamente a favore dei giovani, operando con grande volontà e rinunce di vita personali, in seno alle diverse società sportive che, l’ho detto e ripeto, costituiscono la vera base del nostro sport nazionale. Non esisterebbe nemmeno lo sport professionistico ed i grandi clubs se, dietro di loro, non ci fossero le migliaia di piccole società che curano i giovani e li avviano allo sport, tra mille sacrifici. Adesso il mio pessimismo si è tramutato in paura, quasi terrore, nel vedere che più si va avanti e più si va a rotoli. A peggiorare tutta la situazione, ancora una volta, è il nostro insensibile governo, che con la nuova etichetta, che nessuno ha ancora capito, di “Sport e salute”, intende praticamente, levare quasi di mezzo il Coni, limitarne i poteri, cancellando decenni di lavoro che il massimo ente sportivo nazionale, ha fatto verso la preparazione olimpica e verso le federazioni sportive nazionali, essendo il Coni stesso, la federazione delle federazioni. Ancora una volta pare abbia vinto la politica che di sport non ha mai capito nulla, o meglio ancora, non ha mai voluto capirci nulla, cercando solo ed esclusivamente di spillare quattrini senza dare mai nulla in cambio. I mezzi economici che il Coni ha avuto a disposizione negli ultimi anni si erano già affievoliti tanto da eliminare completamente aiuti e sussidi economici alle società sportive meritevoli che, chiacchiere a parte, hanno bisogno solo ed esclusivamente di liquidità per poter sopravvivere e proseguire nel loro percorso sportivo. Adesso, con l’aria che tira, il Coni avrà ancora meno, se non proprio nulla. Si perderà il contatto con la periferia provinciale costituita da centinaia di piccole e medie società sportive dilettantistiche che, nel Coni, vedevano l’unico appiglio cui rivolgersi per le loro esigenze. Le provincie non hanno più un centesimo anche loro, le notevoli entrate derivanti dalle salatissime multe che spesso vengono appioppate in maniera gratuita agli automobilistici, servono a far vivacchiare le stesse provincie, che peraltro, anche in passato non hanno mai fatto molto per lo sport locale. Dei comuni poi, è meglio non parlarne, tutti hanno azzerato i contributi alle società sportive, dicendo che i tempi sono duri e difficili. Vuol dire che ci rivolgeremo tutti alla nuova etichetta “Sport e Salute”, dalla quale al momento, nessuno sa nulla. Una cosa però la sappiamo tutti e l’abbiamo capita molto bene, che lo sport, già in profonda crisi da anni, peggiorerà sempre più, fino a restare un qualcosa che sarà ad appannaggio solo di chi avrà i mezzi economici per poterselo permettere, lo sprot resterà una nicchia solo per pochi eletti. Siamo alla frutta? Nossignori, abbiamo già digerito anche quella! Sport e salute? Di sport ne vedremo e ne potremo fare sempre molto meno, la salute scemerà anche lei, perché facendo meno sport, la salute stessa verrà a mancare. In compenso ci faremo tanta rabbia ne vedere come il nostro tempo, il nostro lavoro, le nostre ambizione, ecc. siano state spese inutilmente. Chi vivrà, vedrà!
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