Il Festival di Sanremo in balia delle norme anti-Covid

Non corrono bei tempi neppure per il Festival di Sanremo, purtroppo, e come potrebbe essere diversamente; riuscito l’anno scorso a tenere la sua  settantesima edizione, per il rotto della cuffia, è il caso di dirlo, pochi giorni prima della chiusura totale, per questo anno ne sarebbe prevista un’edizione a “porte chiuse”,  dal 2 al 6 marzo, con l'”invenzione” di una platea di pubblico “figurante” composto di 380  “conviventi”, non ovviamente tutti insieme fra loro ma, a quanto pare, suddiviso in 190 coppie! Un’alchimia che piace al direttore artistico e conduttore, Amadeus, che rifiuta l’idea di un’edizione del Festival senza pubblico, ma che non convince il Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini che così si è espresso:  “Il Teatro Ariston di Sanremo è un teatro come tutti gli altri e quindi, come ha chiarito ieri il ministro Roberto Speranza, il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo “.

Posizione condivisa da Giorgio Mulè, deputato e capogruppo di Forza Italia in Commissione di vigilanza Rai, che, in una nota, così afferma: “La presa di posizione del ministro della Cultura, Dario Franceschini, rispetto al Festival di Sanremo dovrebbe illuminare quanti dalle parti della Rai (che ha come unico azionista il governo…) continuano a insistere su un Festival da celebrare a tutti i costi all’inizio di Marzo che avrebbe effetti deleteri sulla provincia di Imperia e sull’intera Liguria. Prevedere infatti di celebrare il Festival al Teatro Ariston con alcuni figuranti e privando quindi la città e il territorio di quell’indotto straordinario che genera il Festival, significherebbe mettere in pratica un atto di egoismo da considerarsi irricevibile. Già nei giorni scorsi avevamo sollecitato la Rai a prendere una direzione diversa. Sanremo e il suo territorio devono essere messi in condizione di ospitare il Festival nel migliore dei modi e dunque prevedendo anche uno slittamento di alcune settimane quando cioè le condizioni sanitarie lo permetteranno. E’ di pochi giorni fa tra l’altro la notizia che perfino il Festival di Cannes nelle vicina Francia è stato rinviato a luglio. Ancora una volta, quindi, sottolineiamo come il Festival di Sanremo deve avere la sua centralità proprio nel territorio ligure facendo in modo che tutti possano goderne come è giusto che sia in condizioni di sicurezza sanitaria. Si raccolga dunque l’invito a rinviare almeno a dopo le festività di Pasqua la celebrazione del Festival affinché possa diventare un’occasione di ripartenza e di rilancio per l’intero Paese“.

L’ “Ariston” intanto è stato adattato alla possibile edizione con pubblico “figurante”  e la platea è stata completamente smontata per adattarla al necessario distanziamento dell’orchestra e del pubblico di figuranti; il Teatro Ariston è considerato da tutta la squadra che lavora all’organizzazione del Festival e il concetto è stato più volte, nei giorni scorsi, ribadito dalla Rai,  uno studio televisivo, nel rispetto delle leggi vigenti. Dopo che  il Ministro della Salute,  Speranza aveva chiesto alla Rai la redazione di un protocollo sanitario al più presto possibile, il direttore di Rai1 Stefano Coletta aveva riaffermato: “Andrà in onda uno show dall’Ariston e sarà protocollato come evento televisivo. Abbiamo lavorato con la prefettura, con la Asl di Imperia per farlo. Sotto l’egida del Dpcm Sanremo potrà essere meno rischioso. Attenersi al decreto garantisce il rispetto di regole molto strette”. Pertanto l’edizione 2021  avrebbe le preminenti caratteristiche di trasmissione televisiva e, secondo quanto precisato dalle risposte del Governo alle FAQ – Frequently Asked Questions («domande poste frequentemente»)– “le trasmissioni televisive, in diretta o registrate, possono svolgersi in presenza di pubblico (comparse, figuranti, ospiti) “in quanto alle trasmissioni televisive non si applica il divieto previsto per gli spettacoli, perché la presenza di pubblico in studio rappresenta soltanto un elemento “coreografico” o comunque strettamente funzionale alla trasmissione. Deve essere comunque sempre garantito il rispetto delle prescrizioni sanitarie, nonché quelle in materia di distanziamento interpersonale sia fra il pubblico o gli ospiti, sia fra il personale artistico e il pubblico o gli ospiti medesimi“.

Ci sono i pro ed i contro per entrambe le posizioni: pure l’inaugurazione della “Scala” è avvenuta a porte chiuse – con uno spettacolo, a essere sinceri, pur definito un “kolossal”, su cui esprimere dubbi sarebbe più che lecito –  e Riccardo Muti ha diretto a Vienna il Concerto di Capodanno  in “solitaria”, senza pubblico, però “the show must go on” -lo spettacolo deve continuare – e se ne sono onorate le ricorrenzae d’altra parte non ha torto Mulè ad orientarsi per un rinvio che recuperi il significato e l’essenza del  Festival e rappresenti pure un evento di rilancio.  Speriamo, in ogni caso, in “Meno Covid” e “Più Sanremo”! E veramente ci vorremmo contare!