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Firmata l’ordinanza in contrasto alla peste suina

La peste suina sta creando problemi ai cittadini e agli operatori del settore agricolo; il presidente della regione Liguria Giovanni Toti ha firmato l’ordinanza per contrastare questa piaga.

“Ho firmato l’ordinanza per chiarire cosa si può e non si può fare nelle cosiddette zone rosse”, dichiara il presidente Toti, “e l’ordinanza regionale attua le prescrizioni di contenimento tra cui l’abbattimento dei suini delle zone coinvolte. Sono stati definiti i criteri generali e a breve la giunta stanzierà i ristori ed i risarcimenti in seguito all’abbattimento mentre il resto verrà erogato dalla Protezione Civile dopo la ricognizione; ho parlato con i ministri Speranza e Patuanelli chiedendo un tavolo politico per discutere della gestione della crisi e dei ristori statali anticipati dalla regione. Abbiamo chiesto che al tavolo partecipi anche la regione Piemonte”.

Parole simili da parte di Alessandro Piana, assessore regionale all’agricoltura :”L’ordinanza è frutto di un’importante sinergia con un alto livello di sicurezza; sono permesse le attività all’aperto su strade asfaltate e sulle vie che permettono di raggiungere l’abitazione, il luogo di lavoro ed i fondi agricoli di proprietà. Si può accedere alle strutture ricettive, alle aree verdi, ai centri urbani ed ai parchi; è permessa la pesca sulla costa e sul lungomare ma è vietato lasciare in libertà animali domestici. E’consentita inoltre la manutenzione ed il ripristino delle linee elettriche e idrauliche; abbiamo preso queste decisioni in collaborazione con i sindaci, l’anci e le associazioni di categoria”.

“E’ molto importante fare battute per la ricerca di carcasse infette”, afferma Roberto Moschi, responsabile del servizio veterinario di Alisa, “ed è stato disposto l’abbattimento dei suini presenti in allevamenti bradi e semibradi poichè non è garantita la sicurezza per l’impedimento del contatto tra i maiali domestici ed i cinghiali. Se i suini sono chiusi in un capannone possono stare lì ma per la nostra regione l’unica possibilità è l’abbattimento nelle zone coinvolte; bisogna fare una zona senza maiali e se si trovasse un maiale infetto si avrebbe l’allerta massima decretando la fine dell’agricoltura e dell’allevamento in Italia. Il rischio è alto e e gli allevatori non lavorano per sei mesi ma sono già pronti i ristori”.

“La situazione è stabile ed il genoma dice che il virus arriva dalla Georgia ma saranno fatti esami presso il nostro istituto”, sottolinea il direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, “con una particolare attenzione ai risultati. Le associazioni degli agricoltori appoggiano questa linea sanitaria con grande responsabilità e l’ordinanza prevede il divieto di pesca e raccolta funghi nelle aree coinvolte; l’abbattimento dei suini è necessario per esigenze sanitarie”.

“Genova ha parchi ed aree verdi e nelle aree dei centri urbani è possibile andare; resta il divieto di pesca nelle aree interne però è permessa sui moli e al mare. Si potrà fare attività sportiva sulle strade asfaltate ed i ristori verranno erogati sulla base degli introiti parametrando il fatturato; per sei mesi ci sarà lo stop all’allevamento, alla riproduzione ed al popolamento dei suini”, conclude l’assessore Piana.

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