Nei miei articoli così come durante i colloqui coi miei Clienti, mi trovo spesso a parlare di “Vis Medicatrix Naturae”, il cui rafforzamento è uno degli obiettivi più importanti del lavoro naturopatico. Ma che cos’è questa “forza di guarigione” insita nella natura di ogni individuo?
Gli approcci scientifici più antichi, come quelli della medicina babilonese ed egiziana avevano una visione unitaria del cosmo e ritenevano che l’individuo possedesse in sé i caratteri e le funzioni di un’energia vitale intesa come “suprema regolatrice dell’armonia necessaria alla vita”. Il corpo veniva interpretato come una ‘macchina perfetta’ dotata per definizione di tutti i mezzi necessari alla guarigione e la Natura come il vero “medico delle malattie”. Nella visione antica, alcune malattie avrebbero potuto addirittura regredire, se l’energia risanatrice, ossia la “Vis Medicatrix Naturae”, vera e propria “intelligenza biologica” fosse stata libera di agire in piena autonomia.
In realtà la definizione “Vis Medicatrix Naturae” viene utilizzata per la prima volta nell’ambito della medicina ippocratica e ne riassume uno dei principi cardine, ossia il fatto che ogni organismo vivente sarebbe dotato di un “potere innato di auto-guarigione”.
Secondo Ippocrate, il corpo umano non sarebbe passivo o inerte nei confronti delle ferite o della malattia, ma sarebbe attivamente in grado di interagire con lo stato morboso e potrebbe autonomamente agire per tornare ad una situazione di equilibrio. Lo stato di malattia, in tal senso, costituirebbe uno “sforzo” del corpo teso a ripristinare l’omeostasi, ossia quella facoltà di autoregolazione degli organismi viventi finalizzata a mantenere l’equilibrio nelle funzioni vitali, a prescindere dai mutamenti che possono avvenire nelle condizioni esterne. Tale capacità di “autoregolazione” tesa a correggere gli squilibri propria degli organismi viventi, sarebbe invece assente nella materia non vivente.
Da questo concetto deriva uno dei pilastri dell’approccio naturopatico, ossia il fatto che la Natura, in virtù della sua forza di ripristino dell’equilibrio, possa essere aiutata rimuovendo gli ostacoli che impediscono la sua intrinseca tendenza alla guarigione.
Dunque l’alimentazione sana, i fitoterapici e i gemmoderivati, l’aromaterapia e la Floriterapia di Bach, così come l’attività fisica e la meditazione rappresenterebbero dei validi alleati da ‘schierare’ per arrivare al ripristino della “Vis Medicatrix Naturae”.
Il percorso naturopatico è dunque un cammino intrapreso con l’obiettivo primario di accompagnare il corpo verso il ripristino dell’omeostasi: un sintomo di malessere è una manifestazione di disequilibrio e come tale non va ‘spento’ ma va studiato con attenzione per comprenderne l’origine. Ecco perché in Naturopatia è così importante l’ascolto: da un sintomo, anche poco significativo, si può arrivare a comprendere il contesto che ha condotto ad una certa predisposizione patologica. La Naturopatia quindi non si sostituisce in alcun modo alla medicina tradizionale ma rappresenta un valido supporto alle terapie convenzionali.
Un piccolo consiglio ‘al naturale’: cerchiamo di ascoltarci tutti un po’ di più e se non abbiamo necessità di assumere farmaci, pensiamoci un po’ di più prima di farne un uso sconsiderato; ogni tanto diamo modo alla nostra “Vis Medicatrix Naturae” di esprimere il suo potenziale!
Naturalmente, al prossimo giovedì.
Cristinacavallero.nat@gmail.com
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