Lo stoccafisso, un pesce che, proveniente da mari freddi e lontani, dalla Norvegia e dalle isole Lofoten, regna sulle tavole della Liguria in non poche varianti, è stato protagonista, lo scorso weekend, dei due giorni del Festival a esso dedicato a Badalucco, incantevole borgo della Valle Argentina, dov’è nata la nuova Confraternita dello Stoccafisso “ a baücôgna”. E’ questo il nome della tradizionale, antichissima ricetta “alla badalucchese”, una lunga, sapiente preparazione, in cui al pesce si unisce un prodotto fondamentale della valle, l’olio vergine di oliva, insieme ad altri ingredienti locali, quali i funghi, pinoli, nocciole, acciughe. Non a caso si dice: “lo stoccafisso nasce e vive in acqua e muore nell’olio”. Quella del 2024 è la 52 edizione del Festival dello Stoccafisso, una manifestazione, nata come una sagra e che, con gli anni, ha acquisito un ben più ampio respiro, non solo nella nostra regione, ma anche a livello internazionale. Lo ha dimostrato, nella giornata di sabato 14, la tavola rotonda, tenutasi nella suggestiva Piazza Umberto Eco (c’è uno stretto legame tra Badalucco e il romanzo Baudolino , a cui si ispirano le ceramiche che ornano la piazza, ma questa è un’altra storia!). Vi hanno partecipato il sindaco Matteo Orengo, Mauro Panizzi, presidente della Pro Loco badalucchese, che con i suoi tanti volontari è anima dell’evento, Alessandro Piana, Presidente facente funzione della Regione Liguria, Enrico Lupi, Presidente della Camera di Commercio Riviere di Liguria e , insieme a loro , una significativa, prestigiosa delegazione di “foresti”. Il tema della tavola rotonda era, infatti, “I luoghi dello stoccafisso – Sulle rotte di Pietro Querini”, e dell’ appassionante storia del mercante veneziano che, nel XV secolo, dalla Norvegia portò lo stoccafisso in Italia (ne è testimonianza la Via Querinissima, itinerario storico culturale attraverso l’Europa), ha parlato, abbigliata nella tradizionale cappa, Tiziana Agostini, prima presidente donna della Confraternita del Baccalà alla Vicentina. Nel suo intervento, non ha poi mancato di sottolineare come oggi , “in Italia tra stocaffissari ci riconosciamo e speriamo che si crei un legame che duri nel tempo a testimoniare come si passa fare amicizia anche attraverso un buon piatto”. Del resto il sindaco Orengo aveva a sua volta detto, “Riteniamo che l’identità dello stoccafisso sia un punto d’incontro tra le varie realtà italiane ed internazionali e crediamo che la strada da noi intrapresa possa regalarci soddisfazioni sia dal punto di vista turistico, che economico, senza una rete non si riesce a sviluppare un territorio.” A rappresentare tale indispensabile rete era ancora la presenza di Luigi Fenni, presidente dell’Accademia dello Stoccafisso Fermana e di Angelo Serri, direttore del Festival Tipicità di Fermo, che abbraccia i vari territori delle Marche, da sempre promotore, anche nell’ultima edizione, di “una strategia che ora sta prendendo piede, perché al di là dei campanili s’inizia a lavorare in rete, perché lo stoccafisso è un prodotto nordico, che però accomuna le tradizioni, la cultura e le usanze dello Stivale”. Alla Tavola rotonda e alla manifestazione non poteva mancare la presenza della Norvegia, storica partner del Festival, nella persona di Olaf Johan Pedersen, direttore per l’Italia di Tørrfisk fra Lofoten IGP (Stoccafisso di Lofoten IGP) e di Jorgen Gangso, Presidente del Norwegian Seafood Council. Se il primo ha evidenziato l’importanza di Badalucco per le Isole Lofoten, grazie alla preziosa valorizzazione del loro prodotto, il secondo ha notato, come l’Italia sia ora il mercato più importante per lo stoccafisso norvegese, con la Liguria fra i primi consumatori. Anche il Portogallo, altra nazione europea amante dello stoccafisso, il bacalhau, è stato presente attraverso un video messaggio di Antònio Felipe Campolongo, presidente del Consiglio Comunale di Ilhavo, nell’Aveiro, uno dei maggiori centri per la pesca di tale pesce e sede, in agosto, di un importante Festival a esso dedicato. La tavola rotonda è stata anche l’occasione di presentare la Confraternita dello Stoccafisso alla Badalucchese, di cui Caterina Boeri è Gran Maestro, Romano Bianchi Gran Cordone e Nicola Cane segretario, un’istituzione che testimonia l’impegno della comunità nella valorizzazione delle proprie radici e nella promozione di una visione comune. I tre colori della divisa dei confratelli rappresentano appieno Badalucco e i suoi tesori: il verde le olive, il giallo l’olio, prodotto principe, il bianco lo stoccafisso.
E la giornata di domenica 15, quando , dopo la lunga preparazione dello Stoccafissu a baücôgna, che in grossi calderoni di rame deve bollire circa sette ore, con una regolare aggiunta di brodo di carne, i numerosissimi visitatori hanno potuto gustarlo in tre piazze cittadine, Marconi, Umberto Eco, Gaetano Rodi (in quella del Duomo la sera prima si era tenuta una raffinata cena di gala, a cura dell’Istituto Alberghiero E.Ruffini – D.Aicardi, con menu curato da Prime Quality), ebbene questa giornata è stata la bella dimostrazione della veridicità di tali parole e di quanto il pesce norvegese sia amato e apprezzato nella nostra regione. Al punto che, dopo il taglio del nastro ufficiale da parte dell’Ambasciatore Norvegese, insieme alle autorità locali, provinciali e regionali, cerimonia che alle ore 11 ha dato inizio al Festival e alla distribuzione del piatto tradizionale, alle 15 questo era già esaurito. E si parla di 7 quintali abbondanti di stoccafisso, il che dà la misura del successo di un Festival, e di tutta una serie di iniziative a collaborazioni nazionali e internazionali dal grande futuro.
Claudia Sugliano
