Alla ricerca di sempre nuove prelibatezze ci siamo chiesti : esistono dei cibi strani italiani che vale la pena assaggiare? Certo che sì, anzi, ne esistono a decine. Alcuni sono piuttosto famosi, di altri invece forse non avrete mai sentito parlare. Fama a parte, c’è una cosa che accomuna però tutti questi cibi. Sono realizzati cioè con ingredienti poveri, spesso persino con quelli che siamo soliti definire scarti. Sì, perché un tempo i soldi scarseggiavano ( il tema si sta ahimè riproponendo) ed era necessario riuscire a inventare qualcosa da portare in tavola con quel poco che si aveva a disposizione. Ed è proprio dalla cultura povera e contadina che sono nate alcune ricette della tradizione, cibi inusuali, che a prima vista potrebbero persino far storcere il naso ai più, ma che sono semplicemente eccezionali. Ma quali sono questi cibi strani italiani, quali sono i migliori e soprattutto dove mangiarli?
Tutte le regioni italiane hanno dei cibi inusuali, realizzati con scarti o alimenti che solitamente non arrivano sulle nostre tavole. Queste antiche ricette non sono più diffuse come un tempo e non in tutte le famiglie italiane vengono preparate, ma sono molte le trattorie e le osterie dove questi piatti vengono proposti ancora oggi. Anzi, il loro numero è in ripresa rispetto agli anni passati, perché stiamo assistendo a un ritorno alla vita sana e genuina di una volta e alle tradizioni contadine. Inoltre molti piatti sono stati negli anni leggermente trasformati e sono diventati ricette da street food. Possono quindi essere gustati presso gli stand dei mercati cittadini oppure ai food truck e alle bancarelle.
Tra i cibi italiani tipici più strani dobbiamo ricordare il Casu frazigu, meglio noto semplicemente come formaggio con i vermi. È un prodotto agroalimentare tradizionale della Sardegna e la sua caratteristica è la presenza all’interno delle forme di piccole larve della mosca casearia. È proprio grazie all’attività delle larve che questo pecorino sardo cremoso assume un sapore intenso e leggermente piccante. La Sa Cordula è un altro prodotto sardo che nasce dall’intreccio delle interiora dell’agnello, pancia e intestino sia tenue che crasso in modo particolare. Un tempo era il piatto delle feste, oggi invece lo si può trovare anche ogni giorno al banco della macelleria, pronto da cuocere.Come? Arrosto allo spiedo oppure in tegame con i piselli, sono queste le ricette millenarie della tradizione ancora oggi amatissime dai sardi.
Passiamo quindi al Lampredotto di Firenze che è senza dubbio una pietanza particolare preparata con l’abomaso che è uno dei quattro stomaci del bovino. Mangiare lo stomaco di un animale può sembrare strano e insolito, ma si tratta di un piatto che vale davvero la pena scoprire. Questo ingrediente viene sottoposto a una lunga cottura con l’aggiunta di molti altri alimenti che contribuiscono al sapore intenso della ricetta come pomodoro, cipolla, sedano, prezzemolo.Come mangiarlo? A Firenze è ormai diventato uno street food amatissimo e lo si gusta direttamente dentro a un panino. Tra i cibi che affondano le radici nelle tradizioni fiorentine, dobbiamo ricordare anche il Cibreo. È una zuppa preparata con creste e fegatini di pollo oppure di gallo. Non solo, al suo interno troviamo anche i testicoli del gallo, meglio noti come fagioli oppure granelli. Non tutti lo sanno, ma questa deliziosa e saporitissima zuppa era molto amata persino da Caterina de’ Medici. Passiamo poi alla Sicilia regno della Meusa.
Che cosa ne pensate della milza e del polmone del vitello? Una ricetta che preveda proprio questi ingredienti può senza dubbio essere inserita tra i cibi particolari italiani da assaggiare almeno una volta nella vita. Sì, esiste davvero. Il suo nome infatti è meusa ed è un’antica ricetta siciliana. Questi scarti del vitello vengono bolliti e poi soffritti. Vengono poi utilizzati per farcire un panino. Può essere privo di condimento, condito solo con una spruzzata di limone oppure reso un po’ più appetitoso dalla presenza del caciocavallo o della ricotta.Il Sanguinaccio
dell’Alta Val Camonica è un insaccato con una pasta che ricorda molto quelle del cotechino. Si aggiunge però anche del sangue, proprio da qui deriva il suo nome. Come gustarlo? Lesso e accompagnato dalle patate oppure dalla polenta: trattasi di una ricetta tipica da provare assolutamente. In alternativa è possibile lasciarlo essiccare, per poi tagliarlo a fette e mangiarlo come ogni altro insaccato direttamente con il pane. Ma per quale cibo è famosa l’Italia? Non solo primi e secondi piatti, il nostro Bel Paese è senza dubbio famoso anche per le sue ricette dolci. Ce n’è una diffusa in molte regioni italiane, dal nord al sud, che è senza dubbio molto strana. Stiamo parlando del Sanguinaccio dolce. Si tratta di una crema a base di cioccolato fondente amaro, e fin qui nulla di strano, con l’aggiunta di sangue di maiale. È proprio vero che del maiale non si butta via nulla insomma. Questo prodotto tipico viene preparato da tempo immemore soprattutto durante il periodo del Carnevale, è buonissimo da mangiare infatti insieme alle chiacchiere. Qual è infine il cibo migliore d’Italia se guardiamo ai prodotti ittici? In molti penseranno alla bottarga, che è senza dubbio eccellente. Impossibile però non menzionare il Lattume.Per chi non lo sapesse si tratta di un prodotto tipico della Sicilia e della Sardegna che si ottiene dalla lavorazione della sacca del liquido seminale del tonno oppure della ricciola. È buonissimo fritto e cotto alla griglia oppure semplicemente utilizzato come condimento per la pasta.
Tutte le regioni italiane hanno dei cibi inusuali, realizzati con scarti o alimenti che solitamente non arrivano sulle nostre tavole. Queste antiche ricette non sono più diffuse come un tempo e non in tutte le famiglie italiane vengono preparate, ma sono molte le trattorie e le osterie dove questi piatti vengono proposti ancora oggi. Anzi, il loro numero è in ripresa rispetto agli anni passati, perché stiamo assistendo a un ritorno alla vita sana e genuina di una volta e alle tradizioni contadine. Inoltre molti piatti sono stati negli anni leggermente trasformati e sono diventati ricette da street food. Possono quindi essere gustati presso gli stand dei mercati cittadini oppure ai food truck e alle bancarelle.
Tra i cibi italiani tipici più strani dobbiamo ricordare il Casu frazigu, meglio noto semplicemente come formaggio con i vermi. È un prodotto agroalimentare tradizionale della Sardegna e la sua caratteristica è la presenza all’interno delle forme di piccole larve della mosca casearia. È proprio grazie all’attività delle larve che questo pecorino sardo cremoso assume un sapore intenso e leggermente piccante. La Sa Cordula è un altro prodotto sardo che nasce dall’intreccio delle interiora dell’agnello, pancia e intestino sia tenue che crasso in modo particolare. Un tempo era il piatto delle feste, oggi invece lo si può trovare anche ogni giorno al banco della macelleria, pronto da cuocere.Come? Arrosto allo spiedo oppure in tegame con i piselli, sono queste le ricette millenarie della tradizione ancora oggi amatissime dai sardi.
Passiamo quindi al Lampredotto di Firenze che è senza dubbio una pietanza particolare preparata con l’abomaso che è uno dei quattro stomaci del bovino. Mangiare lo stomaco di un animale può sembrare strano e insolito, ma si tratta di un piatto che vale davvero la pena scoprire. Questo ingrediente viene sottoposto a una lunga cottura con l’aggiunta di molti altri alimenti che contribuiscono al sapore intenso della ricetta come pomodoro, cipolla, sedano, prezzemolo.Come mangiarlo? A Firenze è ormai diventato uno street food amatissimo e lo si gusta direttamente dentro a un panino. Tra i cibi che affondano le radici nelle tradizioni fiorentine, dobbiamo ricordare anche il Cibreo. È una zuppa preparata con creste e fegatini di pollo oppure di gallo. Non solo, al suo interno troviamo anche i testicoli del gallo, meglio noti come fagioli oppure granelli. Non tutti lo sanno, ma questa deliziosa e saporitissima zuppa era molto amata persino da Caterina de’ Medici. Passiamo poi alla Sicilia regno della Meusa.
Che cosa ne pensate della milza e del polmone del vitello? Una ricetta che preveda proprio questi ingredienti può senza dubbio essere inserita tra i cibi particolari italiani da assaggiare almeno una volta nella vita. Sì, esiste davvero. Il suo nome infatti è meusa ed è un’antica ricetta siciliana. Questi scarti del vitello vengono bolliti e poi soffritti. Vengono poi utilizzati per farcire un panino. Può essere privo di condimento, condito solo con una spruzzata di limone oppure reso un po’ più appetitoso dalla presenza del caciocavallo o della ricotta.Il Sanguinaccio
dell’Alta Val Camonica è un insaccato con una pasta che ricorda molto quelle del cotechino. Si aggiunge però anche del sangue, proprio da qui deriva il suo nome. Come gustarlo? Lesso e accompagnato dalle patate oppure dalla polenta: trattasi di una ricetta tipica da provare assolutamente. In alternativa è possibile lasciarlo essiccare, per poi tagliarlo a fette e mangiarlo come ogni altro insaccato direttamente con il pane. Ma per quale cibo è famosa l’Italia? Non solo primi e secondi piatti, il nostro Bel Paese è senza dubbio famoso anche per le sue ricette dolci. Ce n’è una diffusa in molte regioni italiane, dal nord al sud, che è senza dubbio molto strana. Stiamo parlando del Sanguinaccio dolce. Si tratta di una crema a base di cioccolato fondente amaro, e fin qui nulla di strano, con l’aggiunta di sangue di maiale. È proprio vero che del maiale non si butta via nulla insomma. Questo prodotto tipico viene preparato da tempo immemore soprattutto durante il periodo del Carnevale, è buonissimo da mangiare infatti insieme alle chiacchiere. Qual è infine il cibo migliore d’Italia se guardiamo ai prodotti ittici? In molti penseranno alla bottarga, che è senza dubbio eccellente. Impossibile però non menzionare il Lattume.Per chi non lo sapesse si tratta di un prodotto tipico della Sicilia e della Sardegna che si ottiene dalla lavorazione della sacca del liquido seminale del tonno oppure della ricciola. È buonissimo fritto e cotto alla griglia oppure semplicemente utilizzato come condimento per la pasta.
Insomma come vedete c’è solo l’imbarazzo della scelta.
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