Le maschere di carnevale sono una grande tradizione italiana, ogni regione ha le proprie e ciascuna di esse è nata in circostanze diverse. Alcune provengono dal teatro dei burattini, altre dalla commedia dell’arte, altre da tradizioni più antiche e da festeggiamenti tradizionali. Le maschere buffe e variopinte sono nate per scacciare le forze delle tenebre e dell’inverno, aprendo la strada alla primavera e a un periodo in cui le persone possono uscire dalle case e festeggiare.
Anche la Liguria ha le proprie maschere tradizionali, non meno importanti dei famosissimi Arlecchino e Pulcinella.
Cicciolin è l’unica maschera ligure inserita nell’albo ufficiale delle 50 maschere italiane. La maschera Savonese, donata dal ceramista e pittore Romeo Bevilacqua, rappresenta un marinaio fin da subito elevato al rango di Re del Carnevale di Savona. Ha sette figli con sette mogli diverse, una per ogni porto. È di aspetto burbero, ma di animo nobile e generoso, furbo, mai servile né pedante. Porta al collo tre collane: una di colore verde che rappresenta le colline, una marrone che rispecchia la Terra e una azzurra che simboleggia il mare. Ha un seguito composto dalla dama “Signua”, dalle damigelle, dalle popolane, dal mazziere, dal giullare e dai suoi marinai.
A Genova troviamo la maschera di Capitan Spaventa, tratta dalla commedia dell’arte. Questa figura di Vall’Inferna è stata creata tra il ‘500 e il ‘600 dall’attore Francesco Andreini. Nonostante il nome non molto rassicurante, si tratta di un soldato sognatore, colto e raffinato, molto più temerario con la lingua che con la spada. Spesso viene confuso con una maschera di origini bolognesi, il Capitan Matamoros, sbruffone e codardo, che si vanta di imprese mai compiute.
Nati come burattini, troviamo anche le maschere di Baciccia della Radiccia e del suo fidato amico Barudda. Altre importanti maschere sono Becciancin di Loano, e Nuvarin di Cairo Montenotte.
