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Ancora la voce dei taxisti

Ribadita l'intenzione di scioperare il 5 ed il 6 giugno

Lettera aperta alla Categoria

Colleghi come spesso accade siamo in una fase molto delicata del nostro lavoro. Non è una novità, li abbiamo già fermati, ma come sempre, serve testa e cuore e sopratutto la partecipazione di tanti tassisti che lottano per il futuro del loro lavoro e delle loro famiglie. Non guadagniamo i soldi che certa stampa, influencer e informatori prezzolati raccontano. Siamo lavoratori che devono trascorrere sulla
strada buona parte della giornata, in un traffico infernale, con l’obbiettivo di portare a casa un incasso dignitoso, anche a fronte dell’investimento che abbiamo fatto per “trovarci lavoro”, gente che se non  lavora non porta a casa la pagnotta.  Ecco quindi che quando ciclicamente veniamo attaccati, non ci arrendiamo. Sappiamo RESISTERE.
Proprio per questo ancora una volta dobbiamo prepararci ad un duro confronto, che non è fatto di “una botta e via”, ma piuttosto di una battaglia “passo per passo”. Dobbiamo esser capaci di non farci chiudere
in un angolo, dobbiamo impostare ogni mossa con molta attenzione, per non ritrovarci in un vicolo cieco. In questo momento il nostro obbiettivo sono i decreti attuativi, adeguati a contrastare concretamente l’abusivismo, che non solo ci danneggia apertamente, ma permette alle multinazionali di accentuare il loro parassitismo nei nostri confronti. Ogni corsa presa dagli NCC o dai taxi che collaborano con questi soggetti, è un pezzo di carne strappata ai tassisti, per esser trasferita in paradisi fiscali. Si prendono una percentuale del nostro incasso, raccontando che portano innovazione, in realtà ricalcano vecchi meccanismi di sfruttamento. La cosa peggiore è che non sarebbero in grado di farlo, se non avessero la collaborazione di quei tassisti che “accorpati” o “individualmente”, gli concedono una parte del lavoro
che sfilano agli altri colleghi. Il lavoro è nostro, la fatica è nostra, i rischi e i danni sono i nostri, ma la provvigione (perfino esentasse) è per loro. Insomma come uno strozzino, a cui più soldi dai oggi, e più
soldi (e lavoro) dovrai dare domani. E questo sarebbe recuperare lavoro?
Ma chi volete prendere in giro? Ecco perché il 5 e il 6 giugno dobbiamo scioperare. Dobbiamo dimostrare che sulle nostre spalle i parassiti non possono accomodarsi. Dobbiamo fargli vedere, in tutte le Città come sarà il mondo, quando questo servizio pubblico, non esisterà più o peggio, quando sarà “americanizzato”. Fermarci in ogni Città d’Italia per dimostrargli che sappiamo farlo con il controllo delle nostre azioni,
significa fargli capire che siamo una forza, perché la forza senza controllo è isteria e alla lunga soccombe. Dalle ore 8 alle ore 22 del 5 e 6 giugno dobbiamo garantire solo i servizi essenziali, per far capire a tutti come si trasformerà il trasporto pubblico, quando comanderanno gli algoritmi. L’avvio della protesta lo daremo a Roma il giorno 5 con un presidio/conferenza stampa nazionale nel quale ricorderemo al Governo e alla politica nel suo insieme, che i tassisti non sono disposti ad essere carne da macello per gli avvolti della speculazione finanziaria.
Una Conferenza Stampa per fargli intendere cosa vogliamo: “DECRETI ADEGUATI ALLA NORMATIVA VIGENTE”. A chi collabora, a chi si accorda, a chi ci vuole indebolire diciamo: NOI NON CI ARRENDIAMO. Se le multinazionali e chi usa in maniera irregolare le licenze NCC vogliono rapinarci, si dovranno scontrare ora e sempre con i TASSISTI. Ecco il messaggio da mandare al Governo. SCHIAVI non saremo MAI delle MULTINAZIONALI.

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