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POLITICA

Berlusconi, il fattore Marina

Ora, con la scomparsa di Silvio Berlusconi, il destino politico di Marina sembra tuttavia più incerto che mai.

Marina Berlusconi

Convinse il padre a non vendere Mediaset e lo ha sempre difeso dagli attacchi. Molti la vedono come erede anche politico.

È un curioso paradosso osservare il percorso di Marina Berlusconi, che sembra seguire le orme del padre in modo goffo e impacciato. Da sempre la sua figura è stata associata alla difesa incondizionata di Silvio Berlusconi e dei suoi interessi, soprattutto quelli legati a Mediaset. Ora, con la scomparsa del padre, si prospetta un’eredità nel partito che lascia molti perplessi.

Durante i momenti più difficili per Silvio Berlusconi, Marina era sempre pronta a scendere in campo, difendendolo vigorosamente sui giornali e negli ambienti politici. La sua vicinanza al padre era nota a tutti, tanto che il suo nome veniva scandito in piazza Duomo, mentre la bara di Silvio si preparava per l’ultimo viaggio. Quel gesto di arrivare mano nella mano con Marta Fascina ha sottolineato il suo ruolo di “quasi moglie” e la sua posizione di rilievo all’interno della famiglia.

Ora, i patti politici per le prossime elezioni europee alimentano le speculazioni sul futuro di Marina nel partito. Si parla di accordi con Antonio Tajani, che ha annunciato la vicinanza della famiglia a Forza Italia, o di un patto di stabilità con Giorgia Meloni, in cui Marina fungerebbe da garante per il partito e da guardiana contro le scalate ostili a Mediaset. Tuttavia, queste ipotesi sembrano evidenziare un’ascesa politica più basata sull’eredità familiare che su una propria leadership.

Marina è stata per suo padre una sorta di “figlia nata due volte”. La prima volta nel 1966, quando nacque dal matrimonio con Carla Elvira Dall’Oglio, la seconda quando, a soli 31 anni, convinse Silvio a non vendere Mediaset a Rupert Murdoch, nonostante la favorevole posizione della seconda moglie, Veronica Lario. Quel momento segna la nascita dell’”erede Marina”, conosciuta anche come “Marina la Zarina” o “Marina il martello pneumatico”, come ironicamente la definirà Fedele Confalonieri.

Da quel giorno di marzo 1998, Marina ha assunto pubblicamente la responsabilità di preservare e portare avanti le aziende che suo padre ha costruito, nonostante le pressioni sul conflitto di interesse. Ha scelto di accettare l’eredità di un impero economico, dichiarando che non era interessata a una vita con molti soldi ma senza nulla da costruire, o a una vita con molti soldi da spendere in giro per il mondo. La sua scelta era chiara: avrebbe protetto e sviluppato le aziende del padre.

Marina ha dimostrato di avere un carattere forte sin da giovane. Nonostante un periodo trascorso come commessa a Londra, ha sempre dimostrato una determinazione e un’attenzione straordinarie per gli affari di famiglia. Fin da adolescente, partecipava alle riunioni del gruppo Fininvest, annotando ogni parola con scrupolo. La sua dedizione e il suo impegno non sono passati inosservati, tanto che nel 1996 è diventata vicepresidente di Fininvest e successivamente presidente della holding di famiglia, oltre a guidare anche la Mondadori dal 2003.

Nonostante Marina avesse inizialmente disapprovato l’entrata del padre in politica nel 1994, l’ha sempre difeso a spada tratta. Ha respinto le accuse di conflitto di interesse come “un problema inesistente” e ha denunciato una presunta “persecuzione” nei confronti del padre durante i processi legali. Le sue parole forti e spietate, come quando ha sostenuto che Carlo De Benedetti era solo invidioso di suo padre nel caso del Lodo Mondadori, o quando ha risposto a un giornalista con un sarcastico “quante pagine mi dà?” riguardo ai pregi del padre, hanno confermato il suo ruolo di difensore fedele e appassionato.

Ciò che ha reso Marina oggetto di attenzione e speculazioni è la sua presunta eredità politica. Nonostante Berlusconi avesse dichiarato di non voler far patire ai suoi figli quello che lui ha patito, molti vedono in Marina una possibile erede politica dotata di carisma e leadership. Sebbene lei abbia sempre respinto l’ipotesi, sostenendo che nella vita non si può mai escludere nulla, nel 2014 ha ammesso che “un domani, se capitasse, la politica, chissà…”. Le sue parole hanno alimentato ulteriori congetture sul suo coinvolgimento nel partito e sulle sue influenze nella gestione politica interna.

Ora, con la scomparsa di Silvio Berlusconi, il destino politico di Marina sembra tuttavia più incerto che mai.

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