Il mondo sempre più dipendente dall’informatica potrebbe essere condizionato dagli hacker, appassionati di informatica che all’inizio operano per gioco, più che altro con scherzi per dimostrare la propria bravura, e poi possono via via diventare sempre più invadenti. In pratica è la rivincita dei nerd. La notizia viene dall’America: pare che lo stesso presidente degli Usa sia stato spiato da persone che sono entratee nel suo sistema di comunicazione. Sono a grave rischio di attacchi informatici 700 milioni di dati sensibili, per restare a quelli denunciati, ma in realtà potrebbero essere molti di più. Di solito, sono operazioni eseguite su mandato per spionaggio. Sono prede preferite, specie per operazioni fraudolente, i sistemi di difesa militare, industriale, bancario, finanziario, centrali termoelettriche, ospedali, ma sono a rischio anche i privati. Con una scusa, per cercare di avere dati, viene chiesto l’indirizzo e-mail e spesso rispondendo si cade nel tranello. Spesso è difficile capire chi ci attacca e trovare contromisure (è noto che è più veloce chi scappa rispetto a chi insegue) ; infatti, le contromisura con sistemi di allarme vari vengono messi in opera dopo aver scoperto il furto. I primi studi e interventi sono stati portati a termine a fini militari. A tal proposito, si dice che una delle prime operazioni sia stata effettuata congiuntamente dai servizi segreti di Stati Uniti e Israele che hanno messo fuori uso una centrale iraniana inserendo un virus nel sistema di sicurezza. Gli Usa hanno investito per la difesa militare circa 43 miliardi e pare vogliano arrivare a 80, soprattutto per i voli senza pilota (droni). L’Italia ha iniziato interventi in questo settore a fini militari nel 2013. L’Isis ha più strumenti e capacità in questo settore di Alkaida, ma al momento, pare abbia più intenzione di mettere in rete documenti propagandistici che programmare attacchi reali.
Pino Rosso
