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CRONACADalla parte del Tecnico

Il problema scottante del rigassificatore

Argomento scottante, ma attualissimo. Vuoi per i molti si ed altrettanti no. Ma cosa c’è di reale? Intanto, credo, che ormai tutti sappiano di cosa si tratta. In breve è un impianto tecnico che rigenera il Gas Naturale Liquefatto (GNL), in gas pronto all’uso. E, fin qui, niente di particolarmente rovinoso. Questi impianti esistono già dagli anni 60, quando si usava un prodotto similare, derivato dal petrolio, GPL, caricato in depositi bianchi cilindrici, sparsi per l’Italia, chiamato familiarmente “gas di città “, avo di quello che utilizziamo attualmente, il metano. Ancor oggi, molte abitazioni o caseggiati, vengono alimentati col GPL, visto il costo inferiore al gasolio, per tutti gli utilizzi consentiti. L’alternativa sarebbe l’energia elettrica, vuoi dalle centrali, vuoi dall’elico, vuoi dalla produzione pannellata. Ho detto sarebbe perché, purtroppo, leggi, leggine e pareri contrari, hanno bloccato la realizzazione di moltissimi impianti. E qualche privato, comunque, non può utilizzarla appieno, perché deve riversarla sull’impianto del gestore. Che poi siano veramente ecologici, lo scopriremo nel tempo, com’è successo con il nucleare, l’Eternit, la plastica, il carbone, ecc. Se vogliamo essere precisi, anche la legna è cancerogena, ed emana ossido carbonioso, man mano che brucia, seppur a livello inferiore al carbone vero. E tutti gli impianti a pellet? Già, ma poi gettano la cenere nella spazzatura! Non si fa! Il Rigassificatore! Questo ecomostro. Additato come un sito che potrebbe esplodere da un momento all’altro. Il caso che vi sia un’esplosione di un sito di questo genere, è inferiore di ca 12.700 volte ad un impianto stradale di distribuzione carburanti. Tant’è vero che, I classici bomboloni di GPL che alimentano le villette, non sono mai esplosi, ma, addirittura, si sono visti galleggiare su fiumi in piena durante qualche alluvione. Le bombole? Esplodono spesso quando vengono mal utilizzate. Il GPL incendia solo allo stato gassoso, non liquido.  Ecomostro! Certo, l’impianto non è bello da vedersi. Ma sono belli tutti quei “ventilatori” sparsi per pianure, colline, montagne e mari? Per installarli si sono spianati interi boschi, colate tonnellate di cemento anche sui fondali marini. E i pannelli solari? Per produrre il fabbisogno di un attuale appartamento, stimato in 3,2 kw, ne occorrono almeno 12 di 1,5 mq, ai quali si aggiungono accumulatori ( varie batterie come quelle dell’auto), raddrizzatori di tensione (inverter) per avere la 220volt, e impianti a regola d’arte. E in un condominio? Tanti, tanti, tanti pannelli. Certo, direte, ma carica tutto il sole! Non c’è niente di più impreciso. Il sole scalda i pannelli in modo adeguato solo quando è diretto e sereno. Con meteo instabile, anche l’impianto diventa instabile, tranne nei casi in cui l’accumulo sia sovradimensionato. Impianto del rigassificatore. Sono tanti tubi che, passando sotto il livello del mare, rendono da liquido ad aeriforme il prodotto, portandolo alla giusta particolarità, senza aggiunta di aria. Le celle di pompaggio, che verranno posizionate in zone adatte allo smistamento, saranno poi collegate agli impianti già esistenti. Questo, in poche righe, è il rigassificatore. Ad ognuno di noi, poi, credere o non credere nell’importanza di questo tipo di impianto. Una piccola precisazione! Certamente i costi verranno suddivisi nelle varie bollette agli utenti, ma qualsivoglia impianto, anche di ARIA FRITTA, viene pagato sulle bollette. Resta però un’alternativa, per produrre l’energia elettrica a bassissimo costo: l’acqua di mare, portata con condotte sulle colline, e rilasciata cadere su turbine che produrrebbero energia elettrica da distribuire tramite centraline. I tubi sarebbero tutti interrati e le centrali sarebbero casotti mimetizzati nel verde……ma questa è altra storia. Dimenticavo: i tubi per portare l’acqua ci sarebbero già! Si potrebbero utilizzare quelli del gassificazione

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