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ATTUALITÀPOLITICA

Il sindaco di Sassello Daniele Buschiazzo si racconta

Ogni sindaco deve affrontare, nel quotidiano, molte difficoltà e queste sono aumentate nell’ultimo anno a causa della pandemia da Covid-19 ma, nonostante ciò, i primi cittadini non si sono mai lamentati e sono andati avanti a testa alta continuando il loro lavoro. A raccontare la testimonianza del suo lavoro come sindaco sarà Daniele Buschiazzo, primo cittadino di Sassello.

 

Un Suo breve curriculum

Ho fatto la mia prima esperienza politica nel 2004 come vicesindaco di Pontinvrea e assessore della Comunità Montana del Giovo occupandomi di agricoltura ed ambiente. Nel 2013 sono diventato sindaco di Sassello, incarico che ricopro tuttora, e nel 2015 ho ricevuto l’incarico di presidente del Parco del Beigua. Nella vita privata ho lavorato presso il comune di Albissola Marina come impiegato, presso il comune di Varazze come messo e dal 2005 sono in regione come impiegato per i gruppi consiliari

 

Perchè ha deciso di candidarsi sindaco?

La mia candidatura a sindaco è stata una sorpresa anche per me visto che non sono originario di Sassello, paese in cui vivo dal 2013, ma di Pontinvrea; un gruppo di ragazzi giovani mi ha cercato per essere parte di una lista ma io ero molto restio poichè non ero del territorio ma vedendoli motivati ho deciso di accettare ed è stato un successo. La prima volta in cui mi ero candidato c’erano quattro liste ed ho vinto con il 45% mentre la seconda, con sole due liste, ho avuto una vittoria con il 73% dei voti; questa è una bella esperienza anche se dura ed il momento che stiamo vivendo è molto difficile a causa del Covid ma vedere le cose realizzate mi regala molte soddisfazioni

 

Cosa significa per Lei essere sindaco?

Da quando ho 16 anni faccio volontariato e sono convinto che fare il sindaco sia la forma più alta di volontariato anche perchè, dal 2013, io e la mia squadra non riceviamo indennità e rimborsi. Mi occupo di tutto come qualunque primo cittadino di un comune piccolo e per ogni cosa come, ad esempio, l’assenza del segnale della televisione, il primo interlocutore è il sindaco. Ringrazio “L’eco di Savona” per avermi cercato visto che è difficile far conoscere la realtà dei piccoli comuni e stiamo lavorando tutti pancia a terra per cercare di uscire da questa difficile situazione; l’aiuto della comunicazione è importante poichè è un modo per tenere unite le persone nei momenti difficili e questa intervista è una buona opportunità per noi

 

Cosa si sente di dire in merito alle decisioni del Governo per arginare la pandemia?

Come sindaco devo dare fiducia al Governo ma il vero problema è l’assenza di pianificazione e la scelta di chiudere i ristoranti il 14 febbraio con poche ore di preavviso è stata compiuta senza rispetto per gli operatori del settore; se ci fosse maggiore pianificazione o questa avvenisse in modo diverso le scelte compiute farebbero meno danni ai soggetti coinvolti. Dal Governo Draghi vorrei più pianificazione e meno emotività non ripetendo gli errori del precedente esecutivo che ha fatto scelte che hanno scontentato tutti; se i tempi sono dettati dall’epidemia non bisogna spingersi troppo in là ed occorre maggiore rispetto per i lavoratori

 

Una frase che la rappresenta

Mi rappresenta molto una frase di Dietrich Bonhoeffer, prete carcerato negli anni 30 : l’essenza dell’ottimismo non è soltanto guardare al di là della situazione presente, ma è la forza di sperare quando gli altri si rassegnano

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