E allora Gian domani 11 settembre, Te ne andrai e potrai di nuovo dialogare e ridere di Noi, quaggiù, con il Console Paride Batini, il nostro Segretario Luciano Mancini e tanti altri compagne e compagni che non ci sono più in questa nostra Terra.
Domani ti saluterò per l’ultima volta al Centro Civico di Buranello e poi alla commemorazione laica in Largo Gozzano a Zena.
Gian tu sai bene come sono, non mi riesce abbozzare e fare finta di niente.
A leggere dichiarazioni di “Sinistri per forza” mi viene il voltastomaco….pensa te Gian…Marietto Sommariva da umile funzionario della Filt CGIL per svernare la fine del mese e avere un tetto sopra la testa nella Foresteria di Roma in via Alessandria, prima nominato “per meriti” (Quali?) Segretario Generale e poi…d’incanto nuovo Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale a Trieste.
Belin Gian non hai e non abbiamo imparato niente nel mestiere del Sindacato; noi in pensione a 1.859 euro netti e Lui a 200 mila euro anno (impara, incarta e porta a casa). Sono arrivato alla storica Filt CGIL genovese e Ligure nel palazzo della Cassa marittima di via Milano, nel mese di settembre 1990 nel pieno della Buriana della Ristrutturazione delle FF.SS e del Trasporto Locale su Gomma; sono arrivato a Genova con il Porto a ferro e fuoco nel periodo più grigio delle ristrutturazioni , dei percorsi di privatizzazione delle banchine portuali e delle innovazioni dei Terminal Privati e di acuta crisi delle relazioni tra la CGIL, il Console e la Culmv considerata “strumentale” perché (come venne a dire Ottaviano Del Turco con il consenso di Bruno Trentin “La Compagnia considerava la Cgil come un taxi dove salire e scendere come e quando si voleva’.
Nel Settembre 1990 (quando io arrivai, i rapporti con la Culmv erano azzerati e le Relazioni politiche e sindacali bloccate!
Arrivai a Genova con la mia Fiat 124 coupé nera e parcheggiai dentro la cinta Portuale, davanti alla sede del Consiglio dei Delegati del Cap ( i Consortili, allora capitanati dal mitico compagno Danilo Oliva, noto come mangiasocialisti) con un pass del Consorzio unico del Porto…a valere anche per l’aeroporto e le stazioni ferroviarie. Unico Benefit di cui avevo usufruito per “il mio lavoro” di Sindacalista dei Porti delle Ferrovie, degli Autotrasporti Pubblici Locali, della Logistica e del trasporto merci, nonché dei mercati civici e dei cosiddetti autogestiti.
Arrivai dopo essere stato democraticamente eletto Segretario Generale Aggiunto della Filt CGIL Liguria in codirezione con Renzo Miroglio (anche lui moderato e riformista) con il quale ci conoscevamo da tempo avendoci lavorato insieme nei Chimici CGIL, (la mitica Filcea Cgil) alla dura scuola del “mestiere del Sindacalista” di Sergio Cofferati.
In quei Tempi Gianfranco Angusti era l’inamovibile Segretario Generale della Filt CGIL di Genova, proveniente dalla antica fucina Quadri dell’Ansaldo.
Aveva una immagine schiva e burbera e parlava con la ricerca di una velocità e di una dizione che mi faceva morire dal ridere nella esplicitazione delle sue verità snocciolate per ore e ore…sino al mio sì per sfinimento “ ma fa un po’ come cazzo ti pare….”.
Arrivai nella più grande, agguerrita, sinistra, rosso fuoco, comunista antica Organizzazione Sindacale di Categoria della CGIL Liguria: eppure, prima di me, ci avevano militato persino Consoli Socialisti della Culmv, tra tutti Rinaldo Magnani e “ù nìnnu” Giovanni Agosti; ma io avevo le stimmate marchiate a sangue “dell’infame” per la diaspora da me voluta nel Partito Comunista italiano di Savona e la mia uscita dal PCI per la scelta del Compromesso storico di Cairo Montenotte con la consegna del primo Sindaco alla Democrazia Cristiana, pur di non accettare la vittoria (+ due Consiglieri) del Psi guidato da Osvaldo Chebello e dalla giovane 35enne Maria Zunato (allora mia moglie). Ero assolutamente consapevole che i comunisti savonesi (Pinotti non è mai stato d’accordo, Alonzo nì, Viazzi sì) mi mandavano a Genova da Savona “in esilio” nella convinzione assoluta che sarei stato bruciato nel tritacarne della FILT CGIL nel giro di qualche mese e dopo sarei stato costretto ad abbandonare la CGIL e il mio lavoro di Sindacalista…tanto ci avrebbe pensato il Psi di Meoli a ricollocarmi (si sussurrava) alla Presidenza della Camera di Commercio di Savona (dopo Paolo Caviglia sfiorato dallo scandalo Teardo). E, invece, rimasero illusi e delusi e, solo grazie ai miei Cabassisi, dopo un anno, sono stato eletto, all’unanimità, Segretario generale Regionale della Filt CGIL Liguria e con il consenso e il pieno sostegno della Culmv e del Console Paride Batini.
È stata una esperienza unica e irripetibile la mia direzione della Filt CGIL Liguria, tanto che nel 1995 ero stato chiamato a Roma per svolgere il ruolo di Segretario Generale Aggiunto della Segreteria della Filt CGIL Nazionale con il consenso unanime dei comunisti e dei socialisti del Comitato Centrale Nazionale. Ma rifiutai…troppo legato a a Zena, a Sanna e alla mia Casa di Campagna (Eremo della Colla di Milesiu).
Da venerdì 8 ad oggi mentre scrivo ho ascoltato tante dichiarazioni alla Stampa e ho letto stupefatto tanti Post che non fanno onore a Chi li ha inventati e tanto meno al povero Angusti morto a 76 anni.
È più forte di me! È contro natura che io possa stare in silenzio, pur con la salma di Gianfranco Angusti ancora calda e ben prima del Funerale laico di Lunedi a cui non posso né voglio mancare! Di fronte a esternazioni che leggo, vedo e ascolto, non so porgere l’altra guancia.
Troppo semplicistico e a Gianfranco non avrebbe fatto piacere da uomo vero e sanguigno quale era!
Leggo “osanna” e celebrazioni esagerate sul rapporto tra Gianfra, la Culmv e il Console Batini….Balle, enormi bubbole ex Post!
Gianfranco Angusti, nel triennio critico 1988/1990, durante l’abiura della CGIL Nazionale e Ligure alla Culmv (da Bruno Trentin a Ottaviano del Turco, a Donatella Turtura, Luciano Mancini sino a Giovanni Peri), sintetizzata dalla famosa frase di Ottaviano (La CGIL non è un Taxi dove si entra e si esce a piacimento) soffrì in silenzio la rottura del Rapporto e delle Relazioni con la Culmv e con il Console.
Soffri a livello personale come se gli mancasse l’aria; si macerava dentro come avesse una sorta di cilicio laico! Diciamo la verità…in quel tempo ci era impedito persino di andare a prendere il Caffè al Circolo della Compagnia Unica Portuale! Altro che parlare in nome e per conto della Culmv o peggio pensare di orientare e dirigere la Compagnia; Balle, Belinate, Falsità buone per Chi è stato folgorato sulla via di Damasco e poi santificato in vita prima come semplice funzionario della Filt CGIL nazionale e poi con il volo della quaglia come Dirigente delle Autorità Portuali nella vergognosa cooptazione di ex sindacalisti cooptati in un mercato ributtante e vomitevole con retribuzioni di centinaia di migliaia di euro: non provateci Voi Ex Sinistri per Forza perché questa è la volta buona che perdo consapevolmente le staffe e Vi sputtano una volta per Tutte! Avete fatto scempio di Poltrone e Soldi delle Autority, delle Compagnie, dei Terminalisti e della stessa Filt CGIL nazionale, ligure e genovese e ….oggi di fronte alla morte di Gianfranco avete pure il coraggio di parlare a Giornali e Giornalisti che niente sanno di cosa sia veramente successo nel complesso, articolato e tormentato rapporto tra la Filt CGIL, il Console Batini, la Culmv e l’Autorità Portuale diretta in quei tempi dal Presidente Rinaldo Magnani e dalla sua Segretaria Particolare Renata Oliveri.
La veritas è che fino a quel giorno mitico del 4 giugno 1991, la Culmv aveva una non relazione di puro ostracismo con la Filt CGIL e il Console Batini una vera e propria idiosincrasia verso il Gruppo Dirigente Tutto della Filt CGIL genovese e Ligure.
Pochi sanno e ancora in meno possono a ragione parlare! Tra i vivi solo Renzo Miroglio, Bruno Spagnoletti, Renata Olivieri, Sandro Carena, Claudio Fedrazzoni, Giorgio Carozzi, Massimo Minella, Michele Vari, la Dott.ssa Roberta Falqui, il Terminalista Luigi Negri, Augusto Cosulich, Alfonso Clerici, Fabio Capocaccia, e pochi altri contabili sulle dita di una mano.
Gli altri Fenomeni dell’oggi possono sapere qualcosa, ma – scusate il francesismo – non sanno sostanzialmente un Belino di ninte!
E quante balle, ciance, fanfaluche sulla vexata questio dell’ex VTE, nuovo Porto di Voltri e del cosiddetto Contratto Unico dei Lavoratori Portuali.
Ma che cazzo ne sapete Voi delle Relazioni industriali con i Falchi della Fiat di Romiti, cosa ne sapete dei tormenti e del Parto doloroso del primo accordo per VTE alle 7.30 del mattino dopo 48 ore di trattative ininterrotte nella vecchia sede della Associazione Industriali di Genova, sopra Brignole! Anche qui bando alle chiacchiere da Bar Sport e veniamo al dunque! La Trattativa con Fiat non solo era una incognita e una mission quasi impossibile, ma era segnata e condizionata da una marginale rappresentanza della Filt CGIL tra i 120 giovani assunti dalle Parrocchie di Voltri Prà dalla Fiat! Avevamo circa 30 iscritti e un solo delegato anziano …un certo Parodi che Gianfranco Angusti coltivava manco fosse la Madonna Regina di Genova! In pochissimi sapevamo del tentativo di costruire soluzioni contrattuali unitarie ma articolate per Tutti i Lavoratori dei Porti di Genova (Porto Commerciale Storico e Porto di Voltri) e avevamo contro la Fim CISL di Genova che voleva applicare al Porto di Voltri il CCNL dei metalmeccanici, peraltro sponsorizzato anche dalla FIAT! Eravamo in pochi a sapere! Andrea Ranieri, Mauro Passalacqua, Renzo Miroglio, Bruno Spagnoletti, Gianfranco Angusti, Luciano Mancini, Paolo Brutti , Gianfranco Lagostena, Annamaria Furlan, Mario Ivaldi, Floriano Cerdini…..Roberta Papi (si fa per dire! Come diceva il povero Giovanni Peri…” Belin u l’età a prima dunna che l’ha firmau ù Cuntrattu du travaggiu! A l’è a Secretaria da Filt de Zena belin”…stop! Ite missa est!
La rinascita della relazione tra Compagnia Unica, Console Paride Batini e Filt CGIL è avvenuta quasi per miracolo il 5 giugno 1991. Ero da circa un anno a Genova nel mio ufficio vicino a quello di Angusti. Squillò il telefono fisso (in realtà io ero il solo che aveva già il telefonino in tutta la CGIL Liguria) e una voce mi disse in genovese che io non so riportare “buongiorno eh, mi sun ù Batini, vurria cunuscerte e maniman te aspittu in Cumpagnia”.
Non dissi niente a Miroglio ma mi confidai con Gianfra e con Giorgio Barba.
Mi consigliarono come a Poker di “andare a vedere il piatto”; io dissi vado ma pretendo che mi accompagni Angusti e così facemmo… all’indomani alle 9 precorremmo a piedi i 500 metri che ci separavano dalla storica Sede dei Camalli a San Benigno ed entrammo accolti dall’attuale Console Antonio Benvenuti, allora Leader dei Delegati Cgil Culmv, da Bruno Rossi e da Mario Lai.
Ci accomodammo nella storica saletta della Direzione con l’antica Bandiera dell’11 giugno 1340 e dopo qualche minuto entrò il Console Paride Batini farfugliando qualcosa in genovese stretto che io non compresi.
Si deve essere reso conto che non capivo il dialetto stretto e aprì un po’ il linguaggio.
Mi pare che disse guardando negli occhi me e Gianfra “che Galanti stì giuanotti de la CGIL “e poi rivolto a me “Benvenuto Bruno…non sai in che pasticciu t’ei messo.. ti sei socialista né? E allora nun avremo chiù quistioni cun ù Rinaldu!”. Io emozionato e preoccupato devo aver balbettato qualcosa sulla mia precedente esperienza nei Chimici di “Relazioni industriali avanzate con il Sistema delle Imprese”, sulla valenza del negoziato e della contrattazione e sulla “priorità del ruolo del mandato democratico preventivo dei lavoratori e sulla mia volontà di mettercela tutta per ricostruire un ponte tra la Compagnia e la CGIL “…a questo punto mi interruppe quasi bruscamente mettendomi la sua mano sul mio braccio “Ti l’hai dittu…alla fin fine Chi travaja u deside…ben dettu Bruno…domani vieni a fare l’Assemblea alla Sala Chiamata e partimu ben”.
Era il 5 giugno ..io sudavo manco fosse il 15 agosto; Gianfra sprizzava gioia da tutti i pori e…io continuavo a non capire perché noi due eravamo “Galanti” per il Console.
Tornammo a via Milano, alla Filt vivi e vegeti accompagnati da Mario Lai che continuava a ripetermi che era andata assai bene e che dovevo subito imparare la lezione “ a ogni ora del giorno la sua pena”! Boh!
Parlai con Miroglio e gli raccontai come fosse andata o meglio come io pensassi che fosse andata e Renzo mi ascoltava con un sorriso sornione, quasi a voler dire “hai voluto il giro di giostra? E adesso gioca”…sino a quando non gli dissi dell’Assemblea alla Sala Chiamata del giorno dopo (impallidì quasi svenendo).
Nel pomeriggio uscì per primo il Corriere Mercantile con una mega foto in prima pagina mia e di Batini (che ancora conservo) con il Titolone “Porto il giorno più lungo e la fine della buia notte tra Culmv e CGIL”!
Il telefono e il telefonino erano bollenti con chiamate a gogò da Roma e da Vico Tana Sede della CGIL Confederale: in serie le telefonate di Mancini, Abbadessa, Moscherini, Ranieri, Croci, Sottanis e Regazzoni.
Il fil rouge era uno soltanto “ ma che sei impazzito? Ma che hai combinato? Ma vuoi fare il Taxi di Batini? Ti sei tutto abelinù “.
I Confederali mi invitarono la sera a cena in una Osteria di un vicolo di via Garibaldi (mi pare Osteria Il Cadraio).
Ranieri, Croci e Regazzoni me le cantarono e me le suonarono di tutti i colori; ci misi un po’ per riprendermi e piano piano convincerli di farmi vivere l’opportunità della Assemblea dei Camalli alla Sala Chiamata, che non avevo paura e che avrei tenuto la barra dritta.
A mezzanotte, presi la Macchina e mentre in viaggio tornavo a Millesimo…squilla il telefonino…era Rinaldo Magnani preceduto da Renata Olivieri “Bruno, auguri e figli maschi, ci vediamo da me dopo l’assemblea”.
La notte precedente il 5 giugno 1991 non chiusi occhio e alle 6 di mattino ripartii piano piano per Genova.
L’Assemblea generale era convocata per le 10!
Alle 9,15 io e Gianfranco Angusti con lo scudiero della Staffetta Mario Lai, ci avviammo verso la Sala Chiamata: faceva impressione perché era stracolma in ogni ordine e posto con oltre mille Camalli vocianti in attesa dell’evento della CGIL di nuovo presente dopo essere stata cacciata con urla e spintoni (si fa per dire) tre anni prima, nel 1988 in piena attività dei Decreti D’Alessando e del Ministro del Lavoro Giovanni Prandini.
Alle 10 in punto entrò in Sala il Console seguito dai Consiglieri, si sedette alla Presidenza e chiamò accanto a sé il sottoscritto, Gianfranco Angusti, Antonio Benvenuti e Bruno Rossi e subito dopo diede la parola “al compagno Bruno Spagnoletti, nuovo Segretario Generale Aggiunto della Filt CGIL Liguria “.
Mi tremavano le gambe nei 10 metri che separavano la Presidenza alla Tribunetta avvolta dalle bandiere intrecciate della CGIL e della CULMV.
Mi feci forza, raccolsi tutte le mie competenze del mestiere del Sindacalista e tutto l’ottimismo del cuore, della volontà, della passione e della intelligenza di cui potevo disporre.
Senza nulla concedere alla pancia, insistetti molto sulle nuove Relazioni industriali da costruire con il Cap e i Terminalisti e assai sul coinvolgimento dei Lavoratori e della Culmv nella consultazione preventiva di qualsivoglia soluzione negoziata e sulla urgenza di un nuovo avanzato rapporto sinergico tra la CGIL che svoltava e la Compagnia che doveva in progress intraprendere il nuovo percorso di trasformazione moderna in Impresa autogestita.
Parlai mezz’ora e alla fine l’Assemblea dei Camalli si sciolse in un fragoroso applauso, ma prima tutti guardarono verso Batini che con il segno Sì del Capo…diede il via bell’applauso e all’abbraccio con me e con Gianfranco Angusti.
Riposa in pace Gian…tanto ti era dovuto!
Bruno Spagnoletti
