In un caldo pomeriggio di dicembre, di quelli che vien voglia di andare al mare, piuttosto che chiudersi in una biblioteca, parto, direzione Loano, per conoscere da vicino colui il quale, 2 mesi fa, ha rapito la mia attenzione, prima con la copertina del suo ultimo libro, un giorno d’Ottobre in cui mi trovavo alla famosa Feltrinelli di Milano, e dopo, con le parole che ne erano contenute dentro, leggendolo. Certo non mi potevo aspettare ciò a cui sarei andata incontro…Confesso che, di primo acchito, leggendo il titolo, ho pensato ad un libro d’amore, di quelli che mi piacciono tanto. Poi ho letto la prefazione, e poi, a casa, il libro. Tutto d’un fiato. Per chi non lo conoscesse ancora, Guido Marangoni è un brizzolato, simpaticissimo ingegnere informatico dall’accento padovano, padre di tre figlie, di cui l’ultima, Anna, nata con la sindrome di Down. Nel 2018 vince il premio Bancarella, con il suo romanzo “Anna che sorride alla pioggia” narrando, appunto, della storia, dalla scoperta alla nascita di questa bambina con un cromosoma in più. In questo secondo libro Guido ci parla di suoi personalissimi punti di vista di vita, in cui molto spesso l’autore racconta storie, destini, aneddoti suoi e di persone incontrate e conosciute alle sue rappresentazioni teatrali, molte delle quali riguardanti futuri genitori di bimbi con la stessa sindrome di Anna, od anche quotidianità snocciolate nella vita di tutti i giorni, che dal di fuori possono sembrare banali, ma che lui, attraverso il suo modo di scrivere infarcisce di un amore e un’ironia senza eguali. Già…perchè Guido è anche ironico. Soprattutto ironico. Non ha lasciato che quel vento che li ha travolti così violentemente sconvolgesse e portasse via tutto, anzi…ha imparato a seguirlo quel vento, cavalcandolo con una sorta di ringraziamento verso la vita che ha donato loro questa “bambina dagli occhi a mandorla”, come spesso cita lui, mentre guarda le diapositive che scorrono, durante una delle presentazioni più insolite e coinvolgenti abbia mai vissuto. Marangoni è un concentrato di energia pura e bella, ti fa sorridere anche mentre racconta di quella volta in cui qualcuno gli chiese se sua figlia era cinese e lui voleva rispondere “blavo, è ploplio velo, ha indovinato”. Racconta della sua balbuzie non accettata, affrontata e sconfitta…roba che non ci crederesti mai perché quando inforca il microfono è un catalizzatore d’attenzione e di sorrisi da quanto parla e da quanto rapisce nella sua allegoria. “Come stelle portate dal vento” della Sperling & Kupfer è un gioiellino, una buona proposta per un regalo di Natale, se non lo avete ancora fatto. Non si tratta di mielose commemorazioni strappalacrime al mondo Down, no. E’ qualcosa di più, più in là e ancora un po’, per capirci. Va letto. Assimilato. E sarebbe una fortuna, come lo è stata oggi per me, assistere ad una sua coinvolgente e personale presentazione, perché farebbe capire da molto vicino che, sì, tutto ciò che alla nascita può presentarsi come un problema, in fondo, poi, se viene accolto come un incontro alla felicità che vi è nascosta dentro e dietro, può trasformarsi in una splendida esperienza. Oggi, poi, in mezzo al folto pubblico, figuravano come meravigliosa cornice molti ragazzi e rappresentanti delle associazioni della I.So , Dopodomani, Down Savona Onlus, “Sulle orme di Alessandra Chiaretta”, fondazione Agape dello Spirito Santo e Viceversa Asd che costituiscono la rete de “I cantieri dell’inclusione”. L’incontro è stato condotto da una spigliata e intraprendente Graziella Frasca Gallo.
“…dietro a un brusco cambio di direzione, un porto mancato o dopo una violenta tempesta, si nasconde sempre un nuovo orizzonte da esplorare”. Che altro dire?
