Mangiare, alimentarsi, cibarsi, nutrirsi: sono tutti verbi correlati ad uno stesso concetto, quello di introdurre cibo nel nostro corpo. In realtà ognuna delle voci verbali che ho citato contiene in sé una sfumatura di significato differente: se “mangiare” si traduce banalmente nell’assumere cibo per placare lo stimolo della fame, i verbi “nutrirsi” e “alimentarsi” descrivono una realtà molto più complessa. La nutrizione infatti rappresenta un processo atto a fornire al nostro organismo le sostanze di cui necessita per funzionare in maniera corretta; si tratta dunque di ingerire le giuste quantità in termini di macronutrienti (proteine, carboidrati e lipidi) e micronutrienti (vitamine e minerali in primis). Nutrirsi dunque non significa semplicemente soddisfare il bisogno di cibo ma ingerire gli alimenti che, in base alle nostre condizioni fisiologiche, possono fornirci i costituenti di cui abbiamo bisogno per mantenere lo stato di benessere dell’organismo.
Vero e proprio ‘carburante’ per tutti i processi energetici che avvengono all’interno del nostro corpo, il cibo si è evoluto con l’uomo e, dopo essere stato per millenni una mera necessità, negli ultimi decenni è divenuto una fonte di appagamento sensoriale e, spesso, una sorta di status symbol. Nell’era digitale, l’oggetto della nostra nutrizione è diventato il protagonista di foto e stories sui social network, più guardato che gustato ma, per altri versi, è stato anche riscoperto nelle sue forme più concrete e semplici, quelle legate all’alimentazione naturale.
Alla base dell’approccio naturopatico, il concetto di alimentazione naturale sta ad indicare una nutrizione che preveda l’assunzione di alimenti (preferibilmente) freschi e privi di conservanti, provenienti da una filiera corta e ottenuti senza procedimenti industriali. Gli alimenti che rientrano nel concetto di alimentazione naturale, sia di origine animale che vegetale, essendo privi di sofisticazioni, mantengono inalterati tutti i loro nutrienti e consentono di sfruttarne al massimo il potenziale.
Tecnicamente, alimentarsi in modo naturale consentirebbe dunque al nostro organismo di introdurre tutte le sostanze di cui necessita per funzionare correttamente, limitando drasticamente il ricorso a integratori vari quali multivitaminici ed affini. Prendendo in considerazione l’equilibrio biochimico degli alimenti, la loro stagionalità, e le modalità di manipolazione degli stessi infatti è possibile sfruttare, oltre che il potenziale nutritivo, anche la loro natura curativa ed officinale. Ma facciamo degli esempi: parlando di cereali ed affini, i cibi che si definiscono “naturali” spesso rientrano anche nella definizione di “integrali”, cioè esenti da lavorazioni industriali: la raffinazione delle farine, lo sbiancamento dello zucchero, o la brillatura del riso, oltre ad abbattere i costi di produzione, rappresentano procedimenti finalizzati a rendere le materie prime più appetibili, privandole per contro di alcune sostanze fondamentali. Il riso ad esempio, per essere così meravigliosamente bianco, viene ‘brillato’, ossia privato del tegumento scuro che riveste il chicco; in realtà la maggior parte delle vitamine e dei minerali risiedono proprio in questo rivestimento esterno ed il procedimento di brillatura rende il riso bianco poco ‘performante’ dal punto di vista nutrizionale. Nonostante i lunghissimi tempi di cottura e l’aspetto estetico un po’ ‘selvatico’ lo rendano poco appetibile, nell’ottica dell’alimentazione naturale è sempre preferibile consumare riso integrale, in quanto, oltre ad avere comunque un sapore gradevole, mantiene inalterati i suoi micronutrienti e non è sottoposto ad alcun procedimento chimico. Una nutrizione etica e consapevole si accompagna quindi al rispetto per l’ambiente: alimentarsi naturalmente significa affidarsi ad una filiera che privilegia le colture biologiche, limita l’uso dei pesticidi e degli inquinanti e si impegna per perseguire un basso impatto ambientale.
Ci si può nutrire in modo naturale anche introducendo cibi di origine animale: i protocolli legati al biologico non riguardano soltanto il mondo delle colture ma anche gli allevamenti di bestiame e pesce; si tratta di realtà etiche da cui è esclusa ogni forma di trattamento intensivo così come l’utilizzo di farmaci (antibiotici in primis). Ricordiamoci sempre che tutte le sostanze contenute nei cibi di cui ci nutriamo, siano essi vegetali o animali, penetrano nel nostro organismo: se ci alimentiamo in modo naturale possiamo beneficiare al massimo dei nutrienti che il cibo contiene, se invece assimiliamo alimenti che contengono sostanze ‘inquinanti’ quali pesticidi e antibiotici, oltre a non ottenere alcun beneficio (se non il senso di sazietà), rischiamo di mettere seriamente a repentaglio la nostra salute.
Sicuramente acquistare cibi naturali richiede un dispendio economico un po’ più elevato ma è sufficiente armarsi di tempo e pazienza e rivolgersi ai mercati o ai negozi specializzati nel biologico oppure banalmente fare un giro più attento nel supermercato abituale per trovare prodotti di ottima qualità a prezzi assolutamente ragionevoli; come dico sempre, attivarsi per ciò che giova alla nostra salute e a quella dei nostri cari non è tempo sprecato.
Naturalmente… A presto!
Cristinacavallero.nat@gmail.com
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