Please assign a menu to the primary menu location under menu

Archivi

CRONACA

Lavoro, obiettivo sicurezza

Quando potremo mettere la parola FINE alle stragi infinite che si susseguono negli ambienti di lavoro? Non è dato saperlo! Sta di fatto che, nonostante si faccia un gran parlare, nonostante si tengano corsi, nonostante si sono aggiunte normative più restringenti, quasi ogni giorno, si legge la notizia di un nuovo incidente grave, con decesso di operatori addetti ad una normale routine. Ma cosa possiamo fare, che non è già stato fatto o detto? Credo che, semplificando ogni sorta di prescrizione, alla fine si concluda con un solo colpevole : l’umano. Non conta l’esperienza in ogni campo lavorativo. Farsi male, o peggio lasciarci la pelle, è un battito di ciglia. Una piccola distrazione, in una normale routine, ed il gioco è fatto. Ma, purtroppo, gli infortuni non accadono solo in ambienti lavorativi. Molti sono dovuti alla superficialità nell’affrontare una qualsivoglia pratica giornaliera. Non si contano i sinistri tra le mura domestiche, anche perché molti vengono celati, tranne quelli più gravi. La colpa è comunque sempre nostra. Quante volte ci siamo detti, dopo un incidente, anche leggero, se avessi fatto quello anziché questo……. Saliamo sulle sedie, utilizziamo elettricità e acqua come fossimo immuni alle folgorazioni. Non usiamo guanti per raccogliere cocci di vetro. Non controlliamo mai lo stato degli elettrodomestici o degli apparecchi a gas. E sulle strade? Telefono sempre in mano, anche in auto nonostante il vivavoce e la possibilità di un incidente. Con le biciclette siamo incuranti dei sensi unici o delle zone pedonali. Negli ambienti lavorativi di grandi dimensioni, la sicurezza è più attenta che non nell’artigianato, ove si predilige la fretta, tutto e subito, senza badare a divieti e prescrizioni. Infatti, proprio in quegli ambienti, si contano maggiormente le perdite di vita. Ora, lo immagino, penserete che io scrivo ma non mi immedesimo. Sbagliato! Conosco bene gli ambienti, conosco bene le difficoltà a rifiutarsi di procedere con un lavoro non in sicurezza. Ma provate a chiedere con fermezza le dotazioni o lo svolgimento del compito, dimostrando, al vostro datore di lavoro, che, se vi fate male, il primo a rimetterci sarà proprio lui. Un buon argomento è la possibilità di dover chiudere l’attività a causa di un sequestro dopo un infortunio grave

Rispondi