di COSIMO LUPPINO
Che la politica consista nell’esclusiva attività del decidere le finalità da perseguire ovvero come affrontare e risolvere le problematiche che assillano quotidianamente l’intero consesso umano è ormai un dato acquisito a livello di concreta ed onesta intellettualità anche se di non facile comprensibilità senza una corretta informazione. Un dato acquisito alla luce del principio della separazione dei poteri, teorizzato dal politico e filosofo Montesquieu nel 1748, che si ritiene ormai come requisito fondamentale per ogni vero sistema democratico che consiste nel separare ed affidare a soggetti diversi le attività del decidere (Politica), del fare (Amministrazione), e del controllare (Giudicare).
Nel decidere, ovvero nello svolgere appunto attività politica, quindi, non si può prescindere dal dovuto rispetto delle regole di diritto poste in essere dalla medesima attività politica come regole del gioco iniziali, certe e fondamentali per definire un sistema politico e sociale condiviso sul quale tutti devono basarsi per impostare un’accettabile divisione dei compiti, dall’operaio fino alle più alte professionalità, per stabilire la logica e imprescindibile sinergia e collaborazione civile, pacifica e democratica quotidianità da cittadini e non da sudditi.
Un’attività politica, logicamente, che non può prescindere anche dall’economia che consiste nell’attività di scelta di metodi e risorse sempre limitate per riuscire ad ottenere il massimo risultato in termini di efficacia, efficienza ed imparzialità che si traducono in benessere e qualità della vita per l’intera comunità.
Il rispetto del diritto e la conoscenza dei fondamenti dell’economia politica (Scelte economiche) si pongono necessariamente quali presupposti essenziali per svolgere ogni corretta e leale attività decisionale che è di buona politica.
Non basta! Nell’attività politica è necessario tener conto di tutti gli aspetti tecnici che sono il frutto di studio e ricerca intellettiva dell’intero scibile umano cioè di tutte le materie scientifiche ed umanistiche che vedono impiegate tutte le scuole fino al livello universitario, specialistico e di ricerca.
Sulla base di quanto affermato, un politico deve avere competenze scientifiche e tecniche per poter decidere? Niente affatto! Il buon politico deve avere competenze e capacità politiche che consistono nel buon senso, nell’intelligenza, nella capacità di mediazione e nel saper cogliere ogni opportunità (Intuito politico) per promuovere, tutelare e comporre gli interessi dell’intera collettività, anche globale, interpellando tecnici ed esperti di ogni settore del sapere per poi decidere bene.
Il politico come un buon padre di famiglia, si potrebbe dire, che nel condurre a modo le faccende di casa sa interpellare idraulici, elettricisti, mobilieri e tutte le altre professionalità per determinare le migliori scelte e le soluzioni tecniche secondo le logiche di analisi costi-benefici nonché quelle del rispetto delle regole del diritto!
POLITICA: scelte delle finalità (Obiettivi)
DIRITTO (Regole) ECONOMIA (Ottenere il massimo con il minimo)
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