Mense scolastiche? È tutto da ridere

La nostra Corte di Cassazione che, a mio parere personale, dovrebbe occuparsi di problemi di maggiore importanza nazionale, ha recentemente deciso che gli alunni delle scuole dovranno obbligatoriamente consumare il loro pasto nel refettorio della scuola da loro frequentata ma mangiando solo il cibo delle ditte addette alla consegna. In buona sostanza alle famiglie non è più consentito dare ai propri figli il “classico” panino o il cestino con il pranzo preparato a casa. Decisione a dir poco incredibile ed allucinante che vieta categoricamente ai genitori di decidere, come avrebbero pieno diritto, cosa i loro ragazzi debbano mangiare. La Corte di Cassazione ha preso tale decisione asserendo che i ragazzi devono essere uguali in tutto, stare insieme nella mensa della scuola e consumare gli stessi cibi senza distinzione alla luce di un criterio di eguaglianza sociale che lascia perplessi ed increduli. Polemiche a non finire che stanno riempiendo le pagine dei media e che hanno diviso l’Italia intera. C’è chi asserisce che tale normativa è giusta, altri che lamentano la negazione di una libertà che viene negata alle famiglie. Io, personalmente, la penso come quest’ultimi convinto come sono che un genitore deve essere libero di dare al proprio ragazzo quello che ritiene più giusto ed opportuno, senza nessuna limitazione ed imposizione. Alcuni dicono che la Corte Costituzionale avrebbe dovuto decidere che i pasti consumati debbano essere completamente gratuiti, le mense scolastiche sono comunque molto care e tantissime famiglie non si possono mantenere i costi. Inoltre il cibo, spesso, non è certo della migliore qualità, per cui un bel panino fatto a regola d’arte in casa o una bella fetta di frittata fatta dalla mamma o dalla nonna, potrebbe essere certamente migliore, ed avere anche, magari, maggior potere nutritivo. Siamo davanti ad una situazione paradossale e ridicola al tempo stesso. Viene, ripeto, negata una libertà fondamentale, la rivolta delle famiglie è quasi totale e assolutamente non accettata. Si preannunciano proteste destinate a far scrivere fiumi d’inchiostro. Se andiamo avanti di questo passo arriveranno nuove imposizioni che vieteranno alle famiglie di mettere e fare indossare ai propri figli un vestitino bello e le scarpe non di marca o la maglietta firmata per evitare che altri bambini possano patire di non poter avere loro stessi gli indumenti indossati dai ragazzi più abbienti. Arriveremo, chissà, al momento in cui gli alunni dovranno essere vestiti tutti in maniera uguale, alla faccia dell’uguaglianza. E… magari…chissà? Anche i genitori non potranno più portare i loro figli a scuola con una vettura bella e di gran marca, ma portarli con una vettura scassata o magari su un carretto di legno per evitare che alcuni bambini possano patire nel vedere che un genitore di un loro compagno abbia la macchina più bella e lussuosa di quella che ha il loro papà. Ed anche le mamme! Anche loro tutte vestite con abiti casalinghi (anche con degli stracci), non più eleganti ed alla moda. Tutti allineati e tutti uguali in tutto e per tutto. Boh? Perché i grandi cervelloni non pensano di allineare e livellare anche i redditi delle famiglie e gli stipendi? Stiamo diventando, forse già lo eravamo, un paese di perditempo, capaci solo di inventare delle stupidaggini per rendere sempre più difficile vivere e far vivere. Finiamola davvero con queste pagliacciate. Se gli adulti hanno pieno diritto di mangiare quello che vogliono, quello che a loro più piace e conforme alle loro disponibilità economiche, questo deve valere anche per i figli di costoro, senza che lo stato ci metta becco o decida quello che assolutamente non gli compete. Pensino invece, alla sicurezza delle scuole la cui buona parte sono vecchie, marce e fatiscenti, senza adeguati servizi igienici e con i tetti che rischiano di cadere sulla testa degli alunni nelle classi o… nel refettorio. Scuole ove, tutti possono entrare in piena libertà e magari armati, per commettere atti indicibili dal momento che non esiste nessun controllo per la cronica mancanza di personale addetto alla sorveglianza ed alla sicurezza. Questi sono i problemi veri, non il “panino”.