Grande successo per la presentazione dello spettacolo “Delirio di una notte d’estate” della Compagnia Teatrale Scatenati composta dagli attori della Casa Circondariale di Genova Marassi; la rappresentazione sarà in scena presso il Teatro Ivo Chiesa fino al 24 aprile e presso il Teatro dell’Arca, situato all’interno del carcere, dal 26 al 28 aprile alle ore 20.30.
“Ringrazio le istituzioni coinvolte, il teatro che ci accoglie e Davide Livermore”, dichiara Sandro Baldacci, direttore artistico del Teatro Necessario, “ricordando che questo spettacolo è il quarto tratto da un’opera di Shakespeare, un grande autore che produce opere di valore. Tutto ciò è fondamentale perchè i nostri attori non sono professionisti ed hanno bisogno di un testo forte; dopo due anni torniamo a teatro con una commedia che ha una base comica interpretata da noi in chiave moderna. Nella nostra rappresentazione le coppie coinvolte non hanno a che fare con folletti che somministrano pozioni d’amore ma con spacciatori che hanno sostanze dagli strani effetti”.
Stessa soddisfazione da parte di Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova :”Ringrazio tutti dicendo che la mia esperienza nei quartieri difficili e presso il carcere minorile è stata molto bella; saluto le autorità presenti, la direttrice del carcere, Mirella Cannata e Sandro Baldacci. Il teatro migliora il vivere comune valorizzando il saper fare poichè trasforma l’esistenza essendo fatto dagli uomini per gli uomini; questo è un ottimo strumento di riscatto sociale e sono contento di coinvolgere le scuole”.
“Lo spettacolo mi piace ed è la prima volta che trovo un carcere con un teatro all’interno”, sottolinea Tullia Ardito, direttrice della Casa Circondariale di Genova Marassi, “ma è una tradizione bella che deve continuare. Questa esperienza arricchisce tutti ma deve essere collegata all’insegnamento di un mestiere ai detenuti che possono fare quando escono dal carcere; in carcere c’è anche una falegnameria e dobbiamo valorizzare questa parte importante fatta di tante anime. Questo spettacolo è molto bello e dà lustro a tutti; la cultura entra ed esce dal carcere e tutto ciò mi piace molto”.
“Saluto tutti dicendo che questi spettacoli sono belli ed il progetto deve essere un mezzo per dare una seconda possibilità a chi ha pagato per i propri errori; i detenuti hanno diritto di rimettersi in gioco dopo che hanno scontato il loro debito con la giustizia”, afferma il vicesindaco Massimo Nicolò, “ma le persone devono entrare in questa realtà. Gli ex detenuti hanno diritto ad un reinserimento nella società dopo aver scontato la pena e questo è un modo originale per farlo; l’amministrazione appoggia convintamente progetti di questo tipo”.
“Il progetto mi piace, lo spettacolo ha una sua dinamica e coinvolge diversi soggetti”, commenta Giorgio Righetti, direttore generale ACRI, “ma è fondamentale portare il teatro in carcere scambiando le esperienze. L’arte viene messa al centro ed i benefici per il reinserimento sono notevoli con al centro la dignità degli attori; sono coinvolti 14 soggetti tra cui fondazioni di diverso livello ed ognuno dà un contributo importante. Porgo i miei auguri per un grande successo e ringrazio gli attori per il loro impegno”.
“Porto i saluti della Compagnia San Paolo”, ricorda Silvia Pirro per la Compagnia San Paolo, “dicendo che appoggiamo il progetto poichè la compagnia vuole migliorare il sistema penitenziario. Ogni anno appoggiamo questo teatro visto che sono tutti competenti ed i progetti si svolgono con costanza nonostante le difficoltà; il teatro è fondamentale perchè è una sorta di balsamo nei periodi più duri e se siamo qui è grazie al lavoro di tutti. L’alleanza pubblico-privato-terzo settore è fondamentale e permette la realizzazione di progetti per il bene comune”.
“Sono contenta di essere qui e questo è un momento importante per tutti”, evidenzia l’assessore regionale alla cultura Ilaria Cavo, “poichè vi è un percorso fatto di cultura ed inclusione e quest’ultima è fondamentale. Gli attori lavorano bene e la scelta del titolo è importante perchè dimostra che il delirio diventa sogno; il racconto esalta il teatro che riscatta con un percorso che fa crescere tutti”.
“I fondi dell’Otto per Mille sono importanti visto che vengono destinati a realtà che fanno progetti culturali ed assistenziali”, asserisce Paola Pasquino in rappresentanza della Chiesa Valdese, “e sosteniamo il Teatro Necessario visto che è una realtà viva e questo progetto culturale ha in sè importanti valori come riscatto, crescita e prospettiva. Con il teatro si può trovare lavoro e questo progetto, che è giusto e vincente, ci piace molto”.
“Il teatro in carcere crea nuove realtà”, dichiara Armando Punzo, direttore artistico Carcere della Fortezza di Volterra, “e ringrazio le fondazioni che appoggiano il progetto. Il carcere è anche considerato una sorta di metafora e fare sinergia per dare il meglio è fondamentale”.
“Siamo contenti di riprendere la nostra vita”, ricorda Giovanni Poggio, dirigente dell’Istituto Vittorio Emanuele II-Ruffini, “e la direttrice del carcere ha accolto bene il progetto. Ringrazio tutti i soggetti coinvolti senza dimenticare gli attori ed i docenti”.
“Siamo contenti di questo lavoro frutto di un percorso difficile visto che le restrizioni dovute alla pandemia in carcere sono più pesanti che fuori”, commenta il regista dello spettacolo, “ed abbiamo dovuto fare ben dieci sostituzioni per colpa del Covid. Lo spettacolo è stato riadattato e la parola sogno è stata sostituita da delirio; abbiamo pensato come Shakespeare avrebbe fatto lo spettacolo ai giorni nostri ed abbiamo inventato un modo di parlare fantasy con coppie moderne che vivono grandi avventure. Il folletto diventa una spacciatore che somministra sostanze chimiche e la storia finisce bene perchè il delirio diventa sogno e le coppie sono felici; la collaborazione tra pubblico e privato per uno scopo sociale mi piace ed in questo caso abbiamo anche una concreta possibilità di reinserimento”.
“Il nome della compagnia nasce nel 2006 dopo il primo spettacolo realizzato con i detenuti mentre nel 2005 abbiamo dato il via ad alcuni laboratori in carcere”, sottolinea Mirella Cannata, presidente del Teatro Necessario, “e da allora non ci siamo mai fermati facendo spettacoli tutti gli anni. Molti studenti hanno deciso di lavorare nel sociale ed hanno studiato i nostri laboratori. Questa è la quarta rassegna e ogni anno, presso il Teatro dell’Arca, abbiamo due sezioni di spettacoli, Notte d’Autunno e Parole di Primavera”.
“Tra i nostri principali obiettivi vi è quello di fare teatro ma sono convinto che il lavoro con i detenuti non abbia finalità nè educative nè di recupero; tutto ciò è la conseguenza di un lavoro fatto bene. Voglio ricordare che un nostro tecnico delle luci ora lavora con i Negramaro, Emma e Vasco Rossi”, conclude il direttore del Teatro Necessario onlus Carlo Imparato.
