Da martedì 31 gennaio a domenica 5 febbraio il Teatro Nazionale di Genova ospita nell’ambito della stagione 2022/23 “I mille del ponte”, scritto da Massimiliano Lussana da un’idea di Pietrangelo Buttafuoco; nato come recital basato sull’omonimo libro fotografico realizzato con Fondazione Ansaldo, “I mille del ponte”, prodotto da A.S.C. Production e interpretato da Mario Incudine con i musicisti Pino Ricosta, Manfredi Tumminello e Antonio Vasta, viene adesso presentato per la prima volta sotto forma di spettacolo, che sposa la formula del teatro canzone, con la regia di Alessio Pizzech. Sponsor di questo riallestimento è Fincantieri, azienda da sempre protagonista della storia industriale della Liguria e tra quelle maggiormente impegnate nella costruzione del Ponte San Giorgio.
“Per noi ospitare questo spettacolo è importante”, dichiara Alessandro Giglio, presidente del Teatro Nazionale di Genova, “che andrà in scena presso il Teatro Modena, nel quartiere di Sampierdarena, dal 31 gennaio al 5 febbraio 2023”.
Stessa emozione da parte di Marco Bucci, sindaco di Genova :”Ho visto l’anteprima dello spettacolo ed è commovente per chi ha vissuto questa tragedia in prima persona; chi c’era può ritrovarsi in questa rappresentazione che diventa una grande opportunità per chi non c’era. Tutti pensano che la costruzione del ponte sia un record ma è un modello giusto di serietà ed efficienza; ringrazio tutti coloro che c’erano ma anche chi ha lavorato dietro le quinte. Tutta la città ha supportato e sopportato questo cantiere ma sono stati momenti difficili per tutti, a partire dagli sfollati; Genova aiuta chi lavora per arrivare a risultati importanti ed ha in sè un grande messaggio per cui le cose devono essere fatte bene. E’fondamentale lavorare uniti per un obiettivo comune ed in questo modo uno più uno può arrivare a fare anche quattro o cinque; la ricostruzione del ponte può essere un esempio per tutte le infrastrutture italiane e gli aiuti che abbiamo ora sono un’importante occasione da non perdere. Lo spettacolo è un bel riconoscimento a chi ha lavorato in questo cantiere ed i nomi sono scritti su una lastra di acciaio sulla pila più vicina al Polcevera; in quei mesi la città era unita ed ha riservato importanti riconoscimenti ai lavoratori. Una collaborazione di questo tipo deve essere replicabile per le grandi opere beneficiarie di grandi investimenti ed il cosiddetto Modello Genova può diventare un esempio per le altre città; ringrazio chi ha lavorato dicendo che questo è un segnale importante”.
“E’importante ricordarci della ricostruzione del ponte che è molto importante così come il Modello Genova, fondamentale nel dibattito politico”, prosegue il presidente della regione Giovanni Toti, “ed è bello rendere collettivo un vero successo. Ricordo perfettamente molte cose tra cui le aziende coinvolte ed il ruolo del sindaco-commissario; tutto ciò è risultato essere un’opera collettiva dell’ingegno e dell’impegno dei liguri che hanno costruito l’atmosfera giusta per realizzare il ponte in quel modo tifando perchè la tragedia non sia stata inutile. Il Modello Genova ha in sè le regole per lavorare meglio ma non è solamente quello; questo modello ha in sè l’impegno di tutti tra cui quello del sindaco Bucci, della regione, della Prefettura, della Camera di Commercio e della gente comune che hanno condiviso l’obiettivo. Questi meccanismi quotidiani hanno permesso l’ottimo risultato conseguito e tutti hanno fatto la loro parte per quanto era di loro competenza; mille è un numero importante ricordando i Mille che sono partiti da Genova ma anche i mille che hanno realizzato il ponte. Tutto questo può essere un ricordo ed uno spunto per fare le cose bene; l’opera permette di raccontare la nostra storia recente con successi e drammi ma tutto ciò non deve perdersi. E’importante raccontare il crollo ma anche la reazione orgogliosa della città; il ponte è un’opera collettiva di cui sono orgoglioso”.
“Il crollo del Ponte Morandi è stato uno dei momenti più brutti per Genova mentre la ricostruzione è stato uno dei più belli”, sottolinea Sandro Scarrone per Fincantieri, “e questa opera fa vedere che la città si è rialzata. Ringrazio tutte le aziende coinvolte ed i dirigenti dicendo che per noi è importante finanziare questo spettacolo che rafforza il nostro legame con la Liguria; vi sono tanti sponsor importanti e questo è un ottimo modo per proseguire”.
“Il teatro di Genova ha una vocazione unica ed è bello parlare di una comunità che da un dramma ha creato una ricostruzione”, evidenzia il direttore del Teatro Nazionale di Genova Davide Livermore, “ma l’importante è essere insieme. Questa testimonianza è una sorta di momento unico per l’Italia e noi siamo la storia del domani; è fondamentale creare azioni di buon governo mostrando gli errori ma anche le bellezze. Si è rivelato necessario dare un senso di comunità attraverso il teatro mettendo di fronte alla comunità un tema importante come questo e ne sono orgoglioso”.
“Lo spettacolo è una sorta di work in progress che racconta anche storie di altri lavoratori e da un libro è nato questo spettacolo”, commenta Massimiliano Lussana, uno degli autori, “ed il percorso è proseguito presso i Parchi di Nervi. Il fatto che il presidente Toti ed il sindaco Bucci siano assessori alla cultura è per me un valore aggiunto; ritengo che il crollo del ponte sia il punto più basso mentre la ricostruzione a tempo di record è il punto più alto della storia di Genova. Sono stati più di 3900 i lavoratori impiegati nella ricostruzione del ponte ma il titolo è ispirato ai mille di Garibaldi; ci sarà una sezione dello spettacolo dedicato al ponte che non c’è, il ponte sullo Stretto di Messina, con i 50 anni di promesse non mantenute. Ho cercato l’operaio che ha avvitato l’ultimo bullone del ponte ma voglio ricordare altre figure tra cui i geologi ed i notai che hanno fatto il record del mondo degli atti per evitare l’esproprio delle case in Via Porro e Via Fillak; in questo spettacolo ci saranno più musicisti che attori e saranno usate canzoni molto diverse tra loro per render l’opera più leggera”.
“Ho vissuto la tragedia attraverso la televisione e mi sono commosso; comunità è una parola importante per capire le dinamiche della disgrazia raccontando la politica nel senso più ampio. Tutto ciò fa capire gli elementi per il futuro tra cui l’intelligenza e l’umiltà; il ponte ha un valore simbolico e penso a tutta l’umanità che si muove. Ognuno si assume la propria responsabilità e la comunità ha in sè un senso di consapevolezza a più livelli; questa tragedia è un pezzo di storia che non bisogna dimenticare ed è altrettanto necessario recuperare il senso della memoria. Lo spettacolo vede la presenza di un progettista-narratore che gioca con oggetti di scena con la ricostruzione dell’identità delle persone e della comunità; saranno presenti modellini di case, ponti e navi ed il protagonista sarà una sorta di bambino che costruisce la storia. Ci sarà una maggiore organicità tra parte musicale e testuale per cui dove non arrivano le parole arriva la musica”, conclude il regista Alessio Pizzech.
“I mille del ponte” va in scena al Teatro Gustavo Modena da martedì 31 gennaio a domenica 5 febbraio 2023. Inizio spettacolo martedì e mercoledì ore 20.30, giovedì e sabato ore 19.30, domenica ore 16. Biglietti 16 euro, ridotti under 30 11 euro.
