Con la fine dell’estate sta grandinando la prima grossa e grassa polemica politica attorno al nodo del nuovo Rigassificatore nel Porto di Vado Ligure e a 3 km dalle spiagge e dalla Isola di Bergeggi. Siamo alle solite e, davvero non c’è niente di nuovo sotto il sole della nostra Città e del perimetro Vado, Quiliano, Altare, Cairo Montenotte.
Che Savona e la sua Provincia non contino quasi nulla nello scacchiere politico Ligure e Genova centrico, è noto (ma non è né cosa buona, né giusta) da almeno 15 lunghi anni e Chi è causa del suo mal, dovrebbe prendersela con se stesso in primis.
Come si fa a dimenticare la scelta strategica su cui è rimasta impiccata Savona sulla energia fossile e la triste vicenda della Tirreno Power o la reiterata decennale richiesta del “raddoppio” della centrale sostenuta da Istituzioni, Associazioni Imprenditoriali e Sindacali sin alla vigilia della “chiusura” ordinata dalla Magistratura, mentre l’universo mondo occidentale decideva di uscire dal fossile!
Oggi le sembianze del Lupo cattivo hanno le vesti del Presidente della Regione Toti, del Ministro Picchetto e della Snam.
A tutti e tre non è sembrato vero di poter risolvere un nodo della politica energetica nazionale (bloccata a Piombino) scaricando su Savona la soluzione della collocazione della nave e degli impianti di inoltro e trasformazione del Gas e di bissare Panigallia (SP) ….con Vado, persino scontando il transitorio mugugno savonese come per i cassoni della Diga foranea di Genova ieri…magari la Superba e la Carmagnani (Depositi Chimici di Multedo)…domani; tanto nella Città della Torretta, prima o poi, passa tutto, anche la rumenta che altri non vogliono.
Chi mi ha conosciuto nella mia trentennale esperienza di Dirigente della CGIL di Savona e Liguria e Chi mi conosce per quello che ho scritto e scrivo, sa benissimo che non sono ascrivibile ai discepoli del cosiddetto effetto Nimby (acronimo inglese che sta per not in my back yard, non nel mio cortile) e indica una forma di protesta attuata da un gruppo di persone o da una comunità locale contro opere e attività di interesse pubblico che potrebbero avere effetti negativi sul loro territorio; e sa ancora che non sono mai stato né sono affiliato al Club dell’ambientalismo a prescindere.
E sono, altrettanto convinto, che la cosiddetta transizione ecologica non possa diventare egemone, distruggendo le filiere esistenti senza salvaguardare (anzi aumentare) l’occupazione con la innovazione di processo e di prodotto.
Ma qui siamo davanti a scelte fuorvianti, insensate, gattopardesche e affatto trasparenti; strategie e tattiche, assai discutibili, volte ad innestare una sorta di “ecomostro” a 2,9 km da un territorio di eccellenza nell’attrazione dei flussi turistici nazionali, europei e internazionali e alla realizzazione di opere, a mare e a terra, sicuramente impattanti l’ecosistema e le Città e a complessivi vincoli di un nuovo asservimento delle Città, sacrificate sull’altare delle cosiddette emergenze energetiche nazionali; servitù che nulla hanno a che spartire con le nuove fonti pulite e le diversificazioni innovative dei Progetti previsti dal PNRR.
Senza fare dietrologie e senza scomodare il cosiddetto scambio, scaricando sull’ex Sindaco di Vado Monica Giuliano responsabilità (che mi rifiuto di credere come veritiere o fungibili) siamo di fronte a una decisione surreale e fuorviante, dirigista e irrispettosa delle Autonomie Locali e delle Forze sociali e sindacali della Provincia di Savona.
Il Rigassificatore, così come è presentato e proposto, va respinto e rinviato al Mittente per ragioni ovvie di metodo e di merito che, peraltro, nulla hanno a che fare con le nuove politiche di crescita sostenibile.
Vedo e leggo, con soddisfazione, le dichiarazioni motivate e contrarie del Segretario della CGIL Andrea Pasa e mi convincono gli appelli a “ragionare sul serio” delle gravi criticità della industria e della occupazione savonese e, se posso permettermi, raccomando di costruire da subito una Piattaforma e una Vertenza unitaria e di Popolo, costruendo una unità di intenti con il variegato mondo dell’ambientalismo ragionante e non integralista.
Presidente Toti torni a ragionare da moderato e basta con la marginalizzazione di Savona, della costa e del suo entroterra.
Le voglio dedicare una canzone semantica di Enzino Jannacci, un passaggio di “Ho visto un Re”.
Dopo il Re, il Vescovo, l’Imperatore e il Tapin, Enzino cantava “ah beh, sì beh, Ah beh, sì beh
Il vescovo, il re, il ricco, l’imperatore, Perfino il cardinale, L’han mezzo rovinato, Gli han portato via La casa, il cascinale, La mucca, Il violino, La scatola di kaki, La radio a transistor, I dischi di Little Tony, La moglie, e po’, cus’è? Un figlio militare.
Ah beh, sì beh, Gli hanno ammazzato anche il maiale! Pover purscel
Nel senso del maiale! Sì beh, ah beh, sì beh! Ma lui no, lui non piangeva, Anzi ridacchiava.
Ah! Ah! Ah! Ma sa l’e’, matt? No, Il fatto è che noi villan, Noi villan…….
E sempre allegri bisogna stare, Che il nostro piangere fa male al re, fa male al ricco e al cardinale! Diventan tristi se noi piangiam! E sempre allegri bisogna stare, Che il nostro piangere fa male al re! Fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam!
Ah beh! Stavolta caro Presidente Giovannino Toti, la vedo dura: non passerai sui “villani” savonesi e i “vallegiani” della Valle Bormida.
Bruno Spagnoletti
