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CRONACA

Se mi scappa, dove la faccio?

Sarà certamente capitato a tutti, per un qualsiasi motivo, di trovarsi nel pieno centro cittadino, in compagnia di famiglia e amici. Improvvisamente uno dei bimbi viene da voi e vi sussurra “mi scappa la pipi”. Se avete la fortuna che il piccolo ha al massimo 4 anni, cercate un angolo dietro qualche siepe, albero o vicolo, dove fargliela fare, e, al massimo, ve la cavate con qualche “cazziatone” da parte di un tutore dell’ordine. Ma se scappa a voi? Il primo bar che trovate lo infilate direttamente, chiedendo qualcosa da bere. Se siete soli ve la cavate con un caffè, ma se siete in compagnia, fare la pipi può costare anche 10€. Ed ecco che sorge spontanea la domanda ” perché in città non ci sono i wc pubblici?” Vespasiano Augusto, imperatore romano, ci aveva visto giusto, già nel 70 DC, facendo costruire, agli angoli delle case, veri e propri luoghi adibiti al fabbisogno della popolazione, stanco di vedere deturpata Roma, da vergognosi letamai ovunque. E, anche allora, mise guardie a far rispettare la decenza. Oggi, invece, questi locali, sono spariti, quasi fossero considerati luoghi vergognosi, non sobri ad una società che, pare, non abbia tempo per fare un bisognino lungo la strada. Nelle città ove esistono ancora, sono gestiti da personale qualificato, che li tiene in perfetta igiene ed efficienza, facendo solo pagare un piccolo obolo (50 cent/1€) ad utilizzo. Le nostre cittadine di rivera, visitate da migliaia di turisti ogni anno, farebbero meglio ad adeguarsi, perché anche in questo caso, la civiltà lo richiede.

 

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