Si è tenuta a Varazze la Processione dell’Assunta per la Pace
Ore 21:15 del 4 agosto 2024, suona la Banda Musicale “Cardinal Cagliero”, ed è l’annuncio che la
processione in onore di “Nostra Signora Assunta in Cielo” sta per uscire dall’omonimo Oratorio di
Varazze.
Come ogni anno ha percorso un breve tratto del Borgo, per ricordarci che questa data non è soltanto motivo di tripudio per i riti festaioli del Ferragosto, paganesimo aggiornato in chiave Movida, ma è anche, vedi il caso, di un culto cristiano di omaggio alla Madre di Gesù e alla sua ascesa in Cielo, un doveroso ricordo alla donna che accettò con un chiaro sì a diventare, anche, la Madre dell’Umanità, compito non facile, vista la dura cervice dei figli affidati alla sua celeste protezione.
Esce per farsi vedere, perché ci ricordiamo che esiste, che non è una vecchia reliquia custodita nella piccola chiesa della Confraternita che porta il suo nome, ma è viva, eterna nella sua missione, ed è anche comprensiva verso i tanti che, infastiditi del suo passaggio, devono spostarsi per permetterle di guardarli con amore e di benedire le loro vacanze.
“Scusate se dovete interrompere per un attimo i vostri brindisi, ma la strada è un poco stretta, è questione di pochi minuti, poi continuerete tranquillamente a festeggiare il Ferragosto e forse, la mia immagine, vi avrà riportato ad altri passati, ad altri sentimenti, che oggi non sono più in voga, e qualche riflessione vi avrà portati ad altre madri e ai loro insegnamenti.”
Il rito della processione è tutto qui, non ha bisogno di altri fronzoli. E’ la fede, il rispetto, la garbata educazione verso una tradizione che arriva da lontano e che è minacciata di scomparire nell’orgia di una nuova religione, dove l’intelligenza artificiale non conosce inutili sensi di colpa e lacrime, nel canto di sfrenati decibel di fracasso auto-motoristico, nuovi inni per la civiltà dell’avere e non dell’essere.
Ma è stata una bella processione, questa del 2024., e ne siamo contenti; semplice, vissuta nella speranza della pace che il parroco di S. Ambrogio, don Claudio Doglio, ha implorato con voce sofferta, parole giunte dalla Terra Santa, un grido di dolore, vero e potente affinché si avveri quanto disse Maria nel suo Magnificat e che ha colpito i fedeli, cittadini e turisti, conclusosi poi con la benedizione sul sagrato dell’Assunta, in una cornice di antichi ricordi di cose belle e buone.
Complimenti all’organizzazione della santa ricorrenza in onore di Maria Santissima Assunta in Cielo, curata in ogni particolare dall’omonima Confraternita, sotto la efficace direzione del Priore Marianina Giusto, a tutte le Confraternite cittadine e del circondario per la loro fattiva partecipazione, alla Banda Musicale “Cardinal Cagliero” per il suggestivo accompagnamento agli inni e alle preghiere, alla presenza significativa del Sindaco Luigi Pierfederici e della Giunta Municipale. Un particolare ringraziamento al parroco di S. Ambrogio, don Claudio Doglio, per avere detto “quelle parole” che parlano al cuore e coprono il tintinnio dei calici festaioli di una sera di mezza estate.
(Testo e immagini di Mario Traversi)
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