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Sotto l’ombra Del chinotto – Io che amo solo te

Lo striscione scelto nel super derby per dare significato alla bellissima coreografia della tifoseria organizzata savonese citava così. Si tratta del titolo di un indimenticabile brano musicale scritto dal cantautore Sergio Endrigo, così struggente da diventarne la sua signature song. Uscì come singolo arrangiato da Luis Enriquez Bacalov e fu pubblicato nel 1962 dalla RCA Italiana. Nel 2006 a Carrara ha ottenuto il prestigioso Premio Lunezia per il suo valore musical-letterario nella sezione Tributo all’emozione poetica delle canzoni italiane di tutti i tempi. E’ di fatto una canzone pensata per chi ha scelto di condividere la vita con una sola persona, per sempre (in questo caso cercava di narrare simbolicamente l’amore immenso degli ultras per i colori biancoblù). Il testo è semplice e lineare e parla di un bene profondo, unico, assoluto e devoto, con promessa di fedeltà ed automatica rinuncia a cercare nuove illusioni (finisce infatti con la toccante frase ….e ti regalero’ quel che resta della mia gioventu’). Penso che nessun’altro “slogan” interpreti in maniera tanto calzante lo stato d’animo dei sostenitori degli striscioni all’interno di questa stagione calcistica. Nonostante le incomprensioni, le clamorose prese di posizione, la rottura dei rapporti con la dirigenza, le inevitabili spaccature intestine, le disparità di vedute sul futuro, ad unire (specie dopo l’orgoglio ritrovato e rinforzato dalla magica vittoria sulla Sanremese) è però l’enorme passione per la squadra del cuore. Non ha forse rubato nulla l’Albissola, oggi straordinaria capolista (grazie ai concomitanti pareggi del Ponsacco e dei matuziani), apparsa quadrata, competitiva e soprattutto “scafata” al punto giusto. Ma innegabilmente a rovinare la festa dei ragazzi di Chezzi (che venerdì si erano simpaticamente concessi un aperitivo di ringraziamento con i loro supporter per la fantastica rincorsa ai play off fatta di 10 vittorie e 2 pareggi) è stata l’indecorosa condotta di gara perpetrata dal signor Claudio Petrella di Viterbo. In questa rubrica, stimata ed apprezzata per la sua obiettività, mai ci si è soffermati sulla ricerca degli alibi o di cause indipendenti che avessero potuto incidere sull’andamento di una partita. Ma in questo caso preciso mi rimane impossibile non entrare nel merito del scellerato operato della terna. L’analisi tattica (il 3 – 4 – 3 proposto da mister Fossati ha senz’altro tolto ampiezza agli attacchi dei vari Tognoni e Saccà), le valutazioni dei reparti (la coppia di mediani centrali Sancinito-Raja più dotata di palleggio e senso geometrico dei più muscolari Gallo-Fofanà), le condizioni pessime del terreno di gioco, il computo delle occasioni da una parte e dell’altra, devono essere obbligatoriamente lasciate in secondo piano. Lo scempio è avvenuto sotto gli occhi di tutti tanto da autorizzare la società Savona Calcio a presentare un probabile ricorso per errore tecnico al fine di richiedere la ripetizione del match. Mi trovavo in tribuna superiore quando all’inizio dei due minuti di recupero concessi nel primo tempo (46°) ho assistito alla farsa che ha portato all’incredibile rigore concesso ai ceramisti senza il quale non penso che il risultato si sarebbe potuto schiodare dallo 0 a 0. Il terzino Grani opponendosi al tentativo di filtrante partito dai piedi di Sancinito che cercava di servire l’imbucata di Coccolo intercettava la palla con il braccio in modo involontario e soprattutto stazionando ad almeno un metro dal limite dell’area : un episodio che l’assistente di linea signor Antonio Monella di Chiari distante qualche passo dall’azione non può non aver visto chiaramente. Una svista macroscopica che non è rimasta relegata nel mero ambito del grossolano dilettantismo ma che è poi sconfinata nella “mala fede” se si considera il numero dei cartellini distribuiti a regola d’arte ai  giocatori biancoblù  (ben quattro gialli ed un rosso), il gol annullato a Saccà per presunto sospetto fuorigioco (ho dei dubbi vista la velocità stratosferica dell’ala toscana), il penalty non assegnato per l’atterramento di Bacigalupo ed i soli 5 minuti concessi a fine gara (dovevano essere almeno 6 visti i cambi numerosi, i provvedimenti e le numerose interruzioni). Un gran peccato rovinare la festa. Festa dello sport considerato il colpo d’occhio sullo stadio (almeno 1500 spettatori per un derby di altissima classifica), festa delle tifoserie ( i “Zueni d’Arbisoa” si sono fatti sentire eccome), festa delle famiglie ( successo del Fair Play Village evento di successo che ha coinvolti, oltre ai ragazzi del Settore Giovanile del Savona, quelli dell’Albissola, del Legino e alcune scuole elementari e medie savonesi). Ora a Sestri Levante senza gli squalificati Gallo (era in diffida) e Tognoni, con Gomes e Guarco in non perfette condizioni e magari con il morale non dei migliori, potrebbe farsi dura Altro discorso per i ragazzi del raggiante patron Colla (primo posto in solitario, sesta vittoria consecutiva senza incassare un gol) che affronteranno al Faraggiana una Lavagnese ancora non al sicuro e che vedremo come reagirà all’improvviso esonero di Venuti. Infine ennesima occasione persa del Finale anche se questa volta il punto conquistato con l’Unione Sanremo (1 a 1) in piena corsa per il titolo è da considerarsi buono. Buttu ha esaltato la prestazione dei suoi per spirito di gruppo e determinazione stigmatizzando le espulsioni di Scarrone (che ha lasciato i giallorossi per circa mezz’ora in inferiorità numerica) e Conti nei minuti conclusivi. A Viareggio (team rientrato in zona play a salire) sarà durissima.

 

(Lo staff del locale savonese “Il capitano e il pirata” (zona Fornaci), che ha ospitato l’apericena della tifoseria organizzata al quale ha partecipato una nutrita “delegazione” di giocatori biancoblu)

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