Un campione un po’ Italiano, un po’ Americano, un pugile che vinceva sempre, tutto, un lottatore vero, imbattuto: 49 vittorie, tutte per Ko, su 49 incontri Anche dopo 50 anni dalla morte è rimasto una leggenda.. La sua caratteristica, tipica degli Yankee, voler superare le proprie debolezze ottimizzando con la volontà, credendo in se stessi. Rocco Marchegiano nasce nel Massachusetts il giorno 1/9/1923, primo di 6 figli da genitori italiani della provincia di Chieti. Il padre operaio in una fabbrica di scarpe di proprietà di un Italiano. A 18 mesi si ammala di polmonite, quasi malattia mortale per quei tempi, ma di tempra forte, già un combattente, riesce a debellarla. Cattivo studente, a 16 anni cerca lavoro: prima in una fabbrica di scarpe, poi di caramelle, poi scaricatore di sacchi di carbone, duro lavoro, ma almeno non al chiuso, intanto nel giardino di casa appende ad un albero un sacco ripieno di stracci, si allena per la boxe. Nel 1943, la guerra a 20 anni si arruola alle armi, va in Inghilterra, al termine rientra a Fort Louis nello Stato di Washington dove un istruttore nota le sue attitudini per la boxe, un fisico forte e potente allenato dal lavoro. Finito l’impegno militare, pur preferendo il baseball, si avvicina alla boxe per guadagnarsi da vivere, non aggressivo, ma fornito di un pugno micidiale, assume il nome d’arte Rocky Marciano e nel 1948 allenato dal compaesano Colombo, debutta come professionista, vince al 1° round grazie al suo destro micidiale, implacabile, “al fulmicotone”. Anche se la sua stazza fisica, non è enorme arriva a malapena a 1,80 cm, con braccia proporzionate ma corte per la boxe. Per attaccare doveva abbassarsi, colpire dal basso verso l’alto. Con i soldi guadagnati aiuta la famiglia ed un amico in difficoltà. Nel 1949 è il momento del grande salto sul ring, demolisce l’avversario, lo manda all’ospedale, non potrà più combattere, lo aiuterà per le spese mediche e successivamente per vivere. Per lui un trauma, che deve superare, per tornare a combattere, mantenendo due personalità terribile sul ring, generoso con tutti nella vita. Intanto incontra Barbare, una avvenente bionda, la vuole sposare, il manager cerca di dissuaderlo in ogni modo perchè teme perda la concentrazione ma lui insiste, si sposa il 31/12/1950 contorniato da 500 invitati. Continua a combattere, umilia Louis, un grande al termine della carriera, rientrato sul ring, per soldi, lo aiuterà sempre . Nel 1952 incontra Joe pugile esperto, Rocky va al tappeto, si riprende e diventerà campione del mondo, la sua fama è enorme. Nel 1956, ancora all’apice della carriera, a 32 anni si ritira, lasciando tutti stupiti. Vuole evitare la umiliazione della caduta. Messi da parte un po’ di soldi, si ritira a casa con la moglie e 2 figli uno naturale, uno adottivo. Trova un incarico quale commentatore sportivo, diventa amico di Jerry Louis e fa qualche film. Per aiutare, accompagnare un amico, il 31/8/1969 affitta un piccolo aereo che cadrà. L’intera America è ammutolita dalla ferale notizia. Ai funerali parteciperanno anche Cassius Clay e Louis.
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