Vedrai vedrai che cambierà, intanto siamo alla canna del gas

Siamo arrivati come Sistema Paese, ad un bivio assai stretto e
quasi estremo, ben descritto dall’adagio “siamo alla canna del
Gas” mentre mancano, poco più di 10 giorni, alle elezioni.
Persino il pessimismo cosmico e l’inquietudine esistenziale di
Luigi Tenco, nel triste canto di “Vedrai vedrai…che un giorno
cambierà “, ritrova un pizzico di ottimismo nel verbo “cambierà”!
Non vi è traccia di ottimismo ( né della intelligenza né della
volontà) sul futuro prossimo del Belpaese.
Il buco nero della crisi energetica volge, infatti, in negativo e non
si intravede alcun spiraglio di luce.
l’inedita crisi, si va scaricando sul nostro Paese come una sorta
di “Tempesta Perfetta”, lungo i binari della inflazione, della
recessione e, quindi, della crasi della stagflazione, della guerra e
della emergenza energetica; un dramma con il corredo delle
bollette impazzite che mettono a dura prova le sofferenze, già
compromesse, delle condizioni materiali degli italiani e del
Sistema delle Imprese.
Tra tutte le concause delle nuove difficoltà, la bestia veramente
nera è la questione energetica.
I Lettori hanno tutto il diritto di chiedermi il “Perché mai di una
siffatta affermazione ?”
Negli ultimi 30 anni, i Governi che si sono succeduti, hanno
sommato errori su errori strategici, hanno scientemente sviato
scelte coraggiose per mere esigenze di consenso; hanno
privilegiato le politiche del rinvio e del populismo di pancia; e ci
hanno portato dritti sull’orlo del baratro : appunto, “alla canna
del gas”,
Le nostre difficoltà energetiche, non nascono il 7 marzo con la
guerra in Ucraina voluta da Putin, ma vengono da molto più
lontano.
È davvero incredibile, come in questa surreale campagna
elettorale, in pochi riflettono a fondo sul nodo dell’energia.
E si interrogano su come trovare risposte, non solo
nell’immediato, ma per il futuro.
In questo ultimo anno, come ha ricordato il Ministro Franco a
Cernobbio, la nostra bolletta energetica ( per pagare il gas
importato) aumenterà di nuovi 47 miliardi (più di 3 punti di Pil),
passando da 53 a 100 miliardi tondi.
Si potrebbe dire che è colpa della Russia, ma non è più cosi
veritiero.
Gli ultimi dati evidenziano da un lato che la dipendenza dal Gas
russo è calata dal 40 al 10 per cento; e, dall’altro che, in questi
ultimi mesi, siamo riusciti a diversificare le fonti di
approvvigionamento del Gas, importando da 15 diversi Paesi, con
la esclusione della Russia. Tutto ok? No, non è affatto tutto in
ordine, non fosse altro per l’ovvia considerazione che la metà e
oltre dei nuovi Paesi fornitori, proprio stabile non è! E la stabilità
delle Istituzioni di quei Paesi rappresenta la ragione fondante
della nostra garanzia energetica.
E non ci salverà l’anima la difficile acquisizione del cosiddetto
“prezzo massimo europeo de Gas”.
Quanto potrà durare il prezzo vincolato? Quali e Quanti risparmi
potrebbe realizzare sulla nostra bolletta energetica
strutturalmente deficitaria?
Per non parlare della italica barzelletta “del prezzo massimo
nazionale” alimentata dall’ingegno e dalle fantasie di Salvini e
Company.
La verità è più complessa: dobbiamo saper affrontare e risolvere
il nodo strutturale della nostra crisi che attiene non solo alla
diversificazione delle fonti (quali e quanti Paesi fornitori), ma
soprattutto, bilanciare le fonti e la composizione del mix
energetico del nostro fabbisogno.
Sono decenni che si fantastica sul Piano Energetico Nazionale, ma
tutto resta sospeso nel limbo dei veti, dei rinvii, delle meline
tattiche e delle proteste da effetto Nimby ( no nel mio cortile).
Ora è giunto il momento delle scelte e non si può più attendere.
Occorre finalmente mettere a punto e legiferare sul “Piano
Energetico Nazionale” che detti gli interventi strategici almeno a
10 e 20 anni.
Un Piano che ci dica, da un lato, quanta CO2 (Anitride Carbonica)
questo nostro Paese dovrà produrre rispetto alle scadenze
“climatiche” del 2030 e del 2050.; e, dall’altro, definire le fonti (le
cariche energetiche) che dovranno assicurare il nostro fabbisogno
energetico.
In un Paese serio si programmano le quantità di gas importato da
sostituire: gas nazionale da estrarre, quanti impianti rinnovabili e’
realistico installare, quanti rigassificatori avere disponibili, quanto
idroelettrico possiamo aspettarci, quanta energia elettronucleare e’ necessario prevedere.
È venuta l’ora di decidersi sul nucleare; non si può più rinviare!
Il focal point è sganciare, dal prezzo del gas, quello
dell’elettricità, prodotta da rinnovabili e nucleare; ecco perché
non si può più rinviare la scelta del nucleare senza pregiudizi e
pregiudiziali.
Perché le bollette francesi, per famiglie e imprese, sono un terzo
delle nostre? Semplice perché la Francia, avendo una grande
capacità di elettricità prodotta da nucleare può praticare, per
alcune categorie- le famiglie, le imprese e i consumatori un
prezzo molto più basso.
l’Europa e’ dotata di 125 centrali che producono circa il 25 %
dell’elettricità europea.
Si cominci da qui e si continui con le quantità di energia europea
prodotta dalle Rinnovabili, sganciando il prezzo della elettricità
dal prezzo del Gas e dalla sua volatilità.
Tutti gli Istituti seri e gli Scienzati senza paraocchi, concordano
nel sostenere che, dopo la Francia , saremo tra i paesi europei
che faranno maggiore ricorso all’energia elettrica da nucleare.
Ma per i Verdi e parte della sinistra noi siamo un paese “senza il
nucleare”. Compriamo una quantità enorme di energia nucleare e
più ne compreremo in futuro, ma ufficialmente, a sentire
ambientalisti e politici di sinistra useremo, per sostituire il gas,
solo fonti rinnovabili! Che ipocrita bugia!
Dalle popolazioni italiane del Centro-Nord, le centrali nucleari da
cui acquistiamo energia distano meno di 200 km.
Come si vede il NO pregiudiziale e ideologico al Nucleare, non
solo è ipocrita, ma anche una sciocchezza pazzesca.